Finalmente sappiamo cosa l’Amministrazione Còncina immagina per il futuro della ex Piave. Per saperlo, dopo cinque anni di tiritera degna della farsa del Patto con Roma, forse il primo dell’Amministrazione uscente e ancora senza alcun esito nonostante l’amicizia “importante” del sindaco Alemanno: emblematico.
A stuzzicare il sindaco uscente un articolo sulla Nazione a cui il nostro ha ritenuto di dover rispondere.
L’Amministrazione, dopo aver premesso che la questione è delicata e richiede un piano che sia accettato dal mercato ( lo aveva capito benissimo Barbabella prima e poi anche Mocio), ci informa che in questi anni, “ventre a terra” e in assoluta chetichella, ha seguito i seguenti piani: (fonte ufficio stampa del Comune):
“In questi anni l’Amministrazione ha ricercato investitori proponendo 2 progetti che sono in attesa di essere asseverati da una società terza per attestare l’effettiva redditività allo scopo di arrivare a bandire il project financing. Si tratta di:
1) realizzare il Campus Universitario rivolto ad università straniere di impostazione anglo-sassone che prevedono programmi formativi articolati in semestri da trascorrere fuori dai confini nazionali (soluzione che si collega ed integra con l’attività del Centro Studi Città di Orvieto);
2) creare intorno alla Piave un Outlet del Territorio dove promuovere cultura, enogastronomia e artigianato locali per un’area che potrebbe andare dal mare (Orbetello) agli Appennini (Norcia). Il progetto, da realizzare in collaborazione con il Consorzio Tiberina sarà oggetto di una presentazione pubblica in programma ad Orvieto il prossimo 16 maggio sul tema: “Ruolo interregionale di Orvieto fra Tiberina, Tuscia e Maremma. Le sinergia attraverso strumenti di partecipazione e cooperazione”.
– Attraverso l’accordo stipulato con la Fondazione “Patrimonio Comune” il Comune di Orvieto sta predisponendo la documentazione tecnica per portare al vaglio degli investitori tra cui INVIMIT (il fondo dei fondi immobiliari a totale partecipazione pubblica istituito dallo Stato centrale) l’idea ritenuta economicamente vantaggiosa asseverata da un soggetto economico terzo per recuperare il sito della ex Caserma Piave, struttura che dovrà necessariamente essere il primo volano di ripresa e sviluppo economico della città a partire dal settore edile che si occuperà della riqualificazione”.
Insomma, a parte l’affidamento dell’immobile alla Fondazione “Patrimonio Comune”, di cui non c’è traccia di risultati ma che certamente risulta liberatorio del problema, Còncina e i suoi vorrebbero che la Piave fosse un Outlet del Territorio o, del tutto al contrario, un Campus.
Idee “chiarissime” sul futuro della città.
Non sappiamo di che Campus si parli e ancora meno che sarebbe questo Outlet, ma non lo sanno neppure gli orvietani e gli amministratori uscenti di destra e sinistra. Mai è stato discusso nulla del genere in un Consiglio comunale.
Alla faccia della trasparenza e del metodo.