Riceviamo da Danilo Buconi e pubblichiamo.
La scelta di liberalizzare le aperture e gli orari degli esercizi commerciali altro non fa che favorire le grandi strutture a totale danno delle piccole e medie, di quelle individuali e familiari nonché di quelle storiche e, in più, peggiora la vita quotidiana di chi vi lavora e delle rispettive famiglie.
Per questo occorre che i Comuni intervengano quanto prima presso Governo e Parlamento per giungere all’abrogazione di quella parte del decreto salva-Italia che le ha previste e presso le Regioni affinché facciano valere nei confronti dello stesso Governo e del Parlamento i poteri di scelta propri previsti dalla legge costituzionale n. 3 del 2001.
La crisi dei consumi che sta attanagliando famiglie e commercio non ha bisogno di maggiori aperture ma di una maggiore tutela delle piccole e medie imprese e di un miglior sostegno al reddito delle famiglie, uti8le al rilancio dei consumi interni e, di conseguenza, dell’economia tutta.
Questa la sostanza dell’ordine del giorno depositato al Consiglio comunale di Monteleone d’Orvieto per il quale si chiederà un veloce iter di discussione e la trasmissione ai competenti organi amministrativi.
OGGETTO: Ordine del giorno concernente la normativa inerente la liberalizzazione degli orari commerciali (articolo 31 legge Salva-Italia).
Il sottoscritto BUCONI Danilo, in qualità di Consigliere Capogruppo del Gruppo Consiliare “Alleanza di Cittadini per Monteleone” inoltra alla S.V. Ill.ma il seguente
ORDINE DEL GIORNO
Premesso che:
– l’articolo 31 della legge 22 dicembre 2011, n. 214, di conversione del Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201, al comma 1, prevede che “In materia di esercizi commerciali, all’articolo 3, coma 1, lettera d-bis, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, sono soppresse le parole: ‘in via sperimentale’ e dopo le parole ‘dell’esercizio’ sono soppresse le seguenti: ‘ubicato nei comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte’;
– tale scelta legislativa, mentre contemporaneamente aumenta molto le voci di prelievo per aumentare le entrate per lo Stato, non affronta adeguatamente le liberalizzazioni, ma propone delle deregulation irrazionali ed inutili amplificando – di fatto – la già gravissima recessione economica in atto e aumentando il rischio di disoccupazione;
– con la scelta della liberalizzazione degli orari di apertura si favoriscono infatti, di fatto, solo le grande strutture commerciali, a danno in particolare di quelle minori, delle attività a gestione individuale e familiare, delle attività storiche e tipiche dei paesi e comuni minori;
– in più e peggio, a distanza di oltre un anno da tale scelta, non solo non si è registrato alcun aumento di occupazione nel settore ma si sono anzi registrate innumerevole cessazioni di piccole e medie attività, riducendo la libertà di scelta dei cittadini consumatori e si sono peggiorate drasticamente le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti di settore, cui è stata radicalmente rivoluzionata la vita propria e quella del nucleo familiare, senza per di più alcun vantaggio economico in contropartita;
– appare di dubbia ragionevolezza, alla luce dei contenuti della legge costituzionale n. 3 del 2001 la prerogativa del Governo nazionale in luogo delle Regioni circa l’organizzazione del commercio e, in particolare, la regolazione degli orari di apertura, stanti anche le diverse specificità regionali e locali sia sul piano economico che su quello culturale e sociale;
tutto ciò premesso il Consiglio Comunale:
ritiene profondamente errata la scelta compiuta con l’approvazione dell’articolo 31, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214 concernente la piena liberalizzazione degli orari commerciali chiedendo immediata revisione e modifica in senso più restrittivo e più rispettoso della piccola e media impresa e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori del settore;
ritiene altresì che tale prerogativa, ai sensi delle disposizioni contenute nella legge costituzionale n. 3 del 2001 appartenga alle Regioni, in collaborazione diretta con i Comuni;
impegna il Sindaco e la Giunta ad intervenire presso la Giunta Regionale affinché siano adottati opportuni provvedimenti circa la revisione di quanto previsto dall’articolo 31 della legge 22 dicembre 2001, n. 2014, con particolare riferimento alla regolamentazione degli orari di apertura delle attività commerciali nonché a sostegno delle piccole e medie attività a gestione individuale, familiare e di interesso storico;
invia il seguente ordine del giorno alla Giunta e al Consiglio Regionale, alla Prefettura competente, al Governo per il tramite dei Ministeri competenti, alle organizzazioni sindacali e di categoria regionali ed ai parlamentari eletti sul territorio regionale;
dichiara, nei modi previsti dalla legge, la presente deliberazione immediatamente esecutiva.
Con osservanza
Danilo Buconi
Capogruppo
Alleanza di Cittadini per Monteleone