Alcuni giorni fa, nel tratto autostradale Orvietano, 2 automobilisti, dopo una lite nata per motivi di viabilità lungo il tragitto, si sono ritrovati a discutere all’interno dell’area di parcheggio “ritorto”.
La discussione degenera immediatamente da parte di uno dei due uomini tanto che, questi, sceso dalla sua autovettura, sulla quale viaggiava l’intera famiglia, moglie e 2 bambini, ha aperto la portiera dell’altro veicolo al
cui interno vi era il solo conducente ancora seduto al posto di guida e, introducendosi nell’abitacolo, ha iniziato a malmenarlo con violenza sferrandogli pugni e schiaffi.
Il malcapitato, allora, nel tentativo di sottrarsi alla furia di quell’individuo, ha provato ad allontanarsi con la propria autovettura ma l’aggressore è riuscito a prendergli il suo marsupio e pertanto, per recuperarlo, è stato costretto a fermarsi nuovamente. A questo punto, il soggetto esagitato, lo ha raggiunto nuovamente scaraventandogli addosso il borsello ed iniziando nuovamente a malmenarlo finchè non udiva una utente, in sosta in quel luogo, che avendo assistito a tutta la scena iniziava a gridare per interrompere quel violento accanimento.
L’assalitore, resosi conto della presenza di testimoni, desisteva così dal proseguire nella sua brutale azione fuggiva. Nel frattempo, giungeva sul luogo un equipaggio della Polizia Stradale, precedentemente allertata dalla testimone, che soccorreva il malmenato, sanguinante ed emaciato, e richiedendo sul luogo l’intervento del 118.
In questa circostanza, la persona aggredita un, un trentenne lodigiano, riferiva agli agenti l’accaduto evidenziando un particolare di non poco conto e cioè che durante l’aggressione gli era stata strappata una catenina d’oro che non aveva più con sé.
Successivamente la Polizia Stradale di Orvieto svolgeva indagini lampo riuscendo a ricostruire nel dettaglio la vicenda e a identificare l’aggressore che si era dato alla fuga dandone poi notizia all’autorità giudiziaria.
Nella tarda serata di giovedi, l’aggressore, italiano quarantenne veniva così arrestato e posto agli arresti domiciliari nella sua casa, nel torinese, dagli Agenti della Stradale di Orvieto su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni.








