Si inaugura lunedì 9 dicembre 2025 alle ore 15:30, negli spazi storici di Palazzo Coelli a Orvieto, la mostra d’arte “Io è Te” del pittore Michelangelo Giappichini, organizzata con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. L’apertura ufficiale sarà accompagnata da una visita guidata gratuita, condotta direttamente dall’artista, che permetterà al pubblico di entrare nel cuore del percorso creativo e concettuale delle opere esposte. Sarà un’occasione privilegiata per ascoltare dalla viva voce dell’autore il processo, le tecniche e le visioni che hanno dato vita ai lavori presentati.
L’esposizione rimarrà aperta dal lunedì al sabato fino al 20 dicembre 2025, con orario 10:30 – 17:00, offrendo così ampie possibilità di fruizione a residenti, visitatori e appassionati d’arte contemporanea. Il visual della mostra, dominato da cromie intense e un forte contrasto tra rossi e verdi, lascia intuire una ricerca espressiva centrata sulla forma, sul gesto e sull’identità: un invito a un dialogo intimo e riflessivo, coerente con il titolo “Io è Te”, che suggerisce un intreccio tra sguardi, presenze e relazioni.
Michelangelo Giappichini (Boap) è un artista e designer visivo nato a Perugia, attivo nel panorama contemporaneo con una ricerca che unisce segno, colore, gesto e sperimentazione tecnica.
Dopo la formazione al Liceo Artistico “Bernardino di Betto” e un percorso in Graphic Design presso il NID di Perugia, sviluppa un linguaggio ibrido che mette in dialogo pittura, grafica e processi performativi.
Ha esposto in mostre personali e collettive, tra cui:
– Mostra personale, “L’unità nel tutto, il tutto nell’unità” presso la Taverna dei Capitani a Gubbio
– Mostra personale, “Magicamente” presso galleria Entropia nel centro di Perugia
– Mostra collettiva, partecipazione alla Brick Lane Gallery di Londra, una delle realtà indipendenti più note nella scena emergente britannica.
Parallelamente alla produzione artistica, porta avanti un’intensa attività didattica: conduce infatti corsi d’arte in istituti scolastici e laboratori creativi presso realtà educative del territorio, oltre a percorsi privati dedicati al dialogo tra disegno e pensiero artistico.
Il cuore della ricerca di Boap è un gesto fondativo: lo strappo (iconografia personale). Rimuovere la superficie della tela per rivelare ciò che si trova al di sotto significa oltrepassare la soglia del visibile, lasciando emergere la parte più autentica del lavoro: segni spontanei, tensioni sottili, intuizioni primarie.
Questo gesto non distrugge, ma rivela. Mostra che la dualità tra sopra e sotto, dentro e fuori, io e altro è solo apparente. Lo strappo è un varco che unifica: la superficie e la profondità non sono due mondi separati, ma due aspetti dello stesso processo creativo. Le opere di Boap sono campi di forza in cui convivono segno, ritmo, materia e colore. L’imperfezione non è un difetto ma una dichiarazione di sincerità: un modo per dare spazio al gesto, all’energia che precede la forma, alla parte invisibile dell’esperienza.
Per Boap l’arte è un luogo di relazione. Le sue mostre e attività includono performance dal vivo, dialogo diretto con il pubblico e percorsi didattici che esplorano il rapporto tra visibile e invisibile, tra disegno e consapevolezza.
Nei corsi che conduce negli istituti scolastici, il concetto di strappo diventa pratica educativa: un invito a superare il primo livello dell’immagine per raggiungere ciò che si muove dietro, nel territorio emotivo e intuitivo del segno. La sua produzione invita lo spettatore a un’esperienza attiva: la tela si apre, rivela, conduce verso la consapevolezza che ogni apparente separazione è parte di un’unità più ampia.








