La CIA di Orvieto esprime la propria contrarietà nei confronti dell’impatto, per meglio dire del vero e proprio scempio, prodotto alle caratteristiche naturali dell’altopiano dell’Alfina con la installazione, secondo il progetto presentato, del complesso di pale eoliche e delle relative strutture elettriche per l’immissione sulla rete elettrica nazionale dell’energia prodotta. Merita infatti precisare che seppure già per loro caratteristica e dimensione costruttiva siano la parte dominante, le pale eoliche non estingueranno l’impatto complessivo. A quello loro dovrà essere infatti aggiunto quello delle installazioni per il raccordo, la trasformazione e la connessione alla rete elettrica esistente, comportando linee, cabine e stazioni elettriche, in aggiunta alle reti elettriche che intersecano già ora l’altopiano.
Il progetto in atto, per la potenzialità non solo diretta ma indotta, apporterà anche nel futuro una progressiva e sostanziale alterazione del sito sia da un punto di vista ambientale che agricolo, compromettendone in misura stabile la naturale vocazione e capacità produttiva. Si tenga presente che una stazione elettrica come quella in progetto per connessione ad elettrodotto esercito alla tensione di 380 KV, per complessità, dimensioni e costi, viene di norma posizionata per soddisfare a tendere, un bacino elettrico considerevole. Se ne può dedurre che nel prossimo futuro, alla stazione in parola, andranno a confluire non solo gli impianti di questo progetto, bensì quelli afferenti un perimetro decisamente più vasto, comportando come minimo, ulteriori elettrodotti.
Per questi motivi la CIA di Orvieto aderisce al Comitato che si è formato per la salvaguardia e la valorizzazione del sito in oggetto. Non siamo contrari allo sviluppo di fonti alternative per la produzione di energia, pur tuttavia ribadiamo la possibilità di utilizzare, per tali impianti, posizioni che non sottraggano superficie agricola utile e che riducano gli effetti di turbativa ambientale rispettando le aree di pregio e di valore naturalistico.
Sempre in tema di fonti alternative, per i campi fotovoltaici, constatata la loro pressoché incompatibilità con le operazioni agricole in uso per le coltivazioni convenzionali sui terreni del nostro comprensorio, sollecita una diversa sensibilità ed un orientamento che puntino ad utilizzare le superfici edificate delle aziende agricole, come magazzini, rimesse e stalle, oltre ad altre installazioni che lo consentano, comunque senza ulteriore decurtazione delle superfici a destinazione agricola, a maggiore ragione se pregiate.
CIA ORVIETO









