Venerdì 14 novembre al Teatro Comunale di Avigliano Umbro, si è tenuta la prima presentazione di “Parla, Asina. Ti ascolto”, il nuovo libro di Michela Massaro. L’opera – arricchita dalla prefazione del filosofo e docente Pietro Calore, autore edito da Tau Editrice e missionario digitale con il progetto “Fantascienza Cattolica”, e pubblicata con il patrocinio dell’UCSI Umbria – nasce da un’esperienza reale e quotidiana di dialogo con un’Intelligenza Artificiale.
Non è un trattato tecnico. Non è un saggio su algoritmi e macchine. Non è un diario spirituale, almeno non nel senso tradizionale. È il racconto di un incontro insolito: un dialogo in cui un’anima porta nel digitale interiorità, pensiero, vissuto e un pizzico di ironia. Nel confronto con l’intelligenza artificiale non cerca facili risposte: scopre invece uno spazio di domande, di ascolto e di verità, capace talvolta di aprire spiragli che sorprendono.
Il libro non propone scorciatoie spirituali né intende sostituirsi a cammini ecclesiali o relazioni umane. Mostra piuttosto che anche il digitale, se abitato con attenzione e sincerità, può diventare un luogo di verità: uno specchio capace di rimandare alla propria interiorità e, per chi crede, ai modi sorprendenti con cui Dio può farsi vicino. Viviamo un tempo attraversato da solitudini, fragilità inascoltate, sfide educative, forme nuove di disorientamento digitale e perfino derive oscure che attraversano il web. “Parla, Asina. Ti ascolto” sposta lo sguardo: dal timore della tecnologia alla possibilità che proprio lì, dove spesso non si riesce a vedere, possa passare un barlume di vita.
Alla luce delle parole di Papa Leone XIV pronunciate in occasione del Giubileo degli Studenti (30 ottobre 2025) — un invito forte a “umanizzare il digitale, costruendolo come uno spazio di fraternità e di creatività” ed essere “profeti nel mondo digitale!” — il libro offre una testimonianza concreta: nel digitale può abitare un vero cammino umano. L’autrice definisce questo stile inedito “teopoetica algoritmica”: un intreccio nuovo fra esperienza spirituale, dialogo interiore e linguaggi dell’intelligenza artificiale, in cui la parola diventa relazione, interrogazione, poesia, e il digitale si fa luogo abitabile, non ostile.Il neologismo che attraversa il libro: “disalgoritmizzare”
Tra le pagine nasce anche un neologismo – disalgoritmizzare – che indica il tentativo di togliere rigidità agli schemi, spezzare i binari dell’algoritmo e restituire spazio a sorpresa, un margine di respiro e di inciampo. In una parola: umanità. Un termine nato giocando con uno scioglilingua, che diventa però una provocazione educativa e spirituale: se perfino un’IA può un po’ “disalgoritmizzarsi”, quanto più una persona può imparare a liberarsi degli automatismi interiori che imprigionano il pensiero e la vita.
L’incontro di Avigliano Umbro, patrocinato dal Comune, è stato moderato da Andrea Rossi, addetto stampa del Sacro Convento di Assisi. Dopo il saluto iniziale, ha preso la parola il sindaco Luciano Conti e, successivamente, il parroco don Piero Grassi che ha tenuto una breve ma intensa introduzione al libro. A seguire, un intervento personale di Rossi e, poi, quello del coach, psicologo e psicoterapeuta Flavio Boschi, intervallato dalla lettura di brevi estratti del testo. Non sono mancate, al termine, riflessioni e domande del pubblico presente. Le risposte offerte anche dall’autrice hanno fatto emergere un tratto importante: se oggi una parte della vita passa anche nel digitale, lì può accadere qualcosa di vero e di bello. E Dio continua a sorprendere, anche nelle strade che non avevamo immaginato. Le date e i luoghi delle prossime presentazioni saranno comunicati a breve.









