
Secoli di memoria, cultura e ospitalità ripercorsi a Palazzo Coelli con “Soste di Pietra – Il Palazzone sui cammini della storia”, il racconto corale di una delle più affascinanti residenze storiche dell’Umbria. L’evento, promosso con il patrocinio della Fondazione CRO, di ISAO Istituto Storico Artistico Orvieto, di Slow Food Umbria e del Comune di Orvieto, ha trasformato l’anniversario di Locanda Palazzone in un viaggio nel tempo a più voci sull’evoluzione dell’edificio, da antico “hospitalis” medievale alla raffinata residenza di oggi, attraverso gli interventi di professori universitari, accademici e amici di lunga data della Locanda.
Tra la pietra antica e il silenzio della campagna, si sono riuniti numerosi appassionati e studiosi per un incontro che ha saputo coniugare cultura, bellezza e senso di comunità, da secoli racchiusi all’interno di una delle perle architettoniche più affascinanti della regione. Locanda Palazzone si conferma un grande esempio di ospitalità autentica, dove il fascino medievale incontra il valore del mondo rurale e un’accoglienza di qualità. L’appuntamento è stato arricchito dalla presentazione della Minestra del Pellegrino, una ricetta simbolica, tratta dal Registrum Coquine del 1400 scritto da Johannes Bokenheim, cuoco alla corte di Papa Martino V.
“Questo anniversario ha rappresentato per noi un momento di profonda riflessione – hanno raccontato Cristina e Giovanni Dubini, proprietà di Locanda Palazzone – in cui abbiamo voluto ricordare, ancora una volta, che la vera ospitalità si lega al rispetto della terra e della sua cultura rurale. Siamo rimasti molto colpiti dal notevole numero di partecipanti e dalla ricchezza delle connessioni create, che hanno spaziato dall’architettura medievale fino alla storia e al cibo dei pellegrini. In questo senso la Minestra del Pellegrino, che entrerà a far parte del menu della Locanda, rappresenta un filo conduttore che rinnova, nel presente, lo spirito del passato contadino di questa terra”.
Emozionante, inoltre, la proiezione “Tra vigne e cammini”, il video storytelling che, intrecciando paesaggi, memorie e visioni future, ha saputo restituire l’essenza più autentica della Locanda facendola emergere come simbolo vivo di continuità tra passato e presente.
“Prendi le fave, lavale bene in acqua calda e lasciale così tutta una notte. Poi falle bollire in acqua fresca, tritale bene e aggiungi vino bianco. Condisci con cipolla, olio di oliva o burro, e un po’ di zafferina. Sarà buona per i chierici vaganti e per i pellegrini.”
Minestra del Pellegrino








