
“Non è il Disability Pride Network ad aver scelto Orvieto, ma Orvieto ad aver scelto il Disability Pride”. Con queste parole, Daniele Renda, membro del Disability Pride Network nazionale, ha chiuso il convegno del primo Disability Pride Umbria, ospitato nella mattina di sabato 25 ottobre alla Sala Expo del Palazzo del Capitano del Popolo di Orvieto. L’incontro, intenso e partecipato, è stato patrocinato dalla Regione Umbria, dal Comune diOrvieto e dall’Ordine dei Fisioterapisti dell’Umbria. Le istituzioni presenti hanno ribadito ilproprio impegno a trasformare le parole in azioni concrete, per costruire un futuro realmente inclusivo.

“Con Pride si intende un’assunzione di consapevolezza e di impegno: si rivendica ciò che non si ha, ed è per questo un atto politico e civile”, ha dichiarato Sarah Bistocchi, presidente dell’Assemblea Legislativa Umbra, che ha inoltre sottolineato come la disabilità sia strettamente connessa ai temi della guerra. Sulla stessa linea, Costanza Spera, assessora e presidente della Consulta Welfare e Politiche Sociali di ANCI Umbria, ha rinnovato l’impegno delle istituzioni, segno di una rete in continua crescita e di una volontà di cambiamento condivisa. Tra i sostegni istituzionali, si ricorda anche quello del Comune di Parrano, che ha approvato una delibera di adesione al Disability Pride Umbria.

Nel pomeriggio, la città si è trasformata in un palcoscenico di energia e partecipazione. Da Piazza Cahen a Piazza della Repubblica, un colorato corteo ha attraversato il cuore di Orvieto: letture, musica, teatro, momenti di riflessione e sorrisi hanno unito persone di tutte le età, ognuna con la propria storia e le proprie specificità. A chiudere la giornata, lo spettacolo del gruppo teatrale “Amleto in viaggio”, che ha portato tra le vie cittadine un messaggio potente: i diritti e la dignità delle persone disabilitate dall’ambiente e dalle città in cui vivono.

Presente anche Vittoria Ferdinandi, sindaca di Perugia, che ha ricordato come “camminando insieme vogliamo cominciare a lavorare, prima di tutto su noi stessi, per costruire uno sguardo differente”. Dietro questa prima edizione del Disability Pride Umbria c’è un lavoro di squadra straordinario. Oltre al Comitato Orvietano per la Salute Pubblica, promotore dell’iniziativa, hanno partecipatola Cellula di Orvieto dell’Associazione Luca Coscioni, il gruppo Rigenerazione & Intrecci e una lunga lista di associazioni partner: “Amleto in viaggio”, “Los Filonautas”, “I Lettori Portatili”, “Omphalos”, “Associazione Peter Pan”, “No Gap”, “Il Girasole”, “Vip Orvieto clownterapia”, “Tartaruga xyz sport e integrazione”, “Coordinamento Orvietano per la Palestina”, “Emergency Orvieto”, “Val di Paglia Bene Comune,”,“E-lisir.it” e la “Confraternita di Misericordia di Fabro”, che ha garantito l’assistenza sanitaria durante il corteo.

Un grazie sincero va anche agli enti e sponsor che hanno contribuito economicamente e reso possibile l’iniziativa: dalla Regione Umbria alla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, dal Consorzio Vini Orvieto alle aziende Martinelli Servizi Turistici, Garaventa Lift e Ponte Giulio, impegnate ogni giorno per una società più accessibile. E poi, naturalmente, i tanti esercizi orvietani che hanno accolto l’evento con entusiasmo – “Caffè Cavour”, “L’Officina del Gelato”, “Caffè Europa”, “La Dolce Vita”, “Pizzeria Al Cordone”, “Panificio Salonga”, “I Dolci di Moscatelli”, “La Dolceria Bar Montanucci” e “Dolce Amaro” – piccoli gesti che hanno contribuito a creare un clima di festa e comunità.

Un ringraziamento speciale va a Roberto Mauri di “Omphalos”, moderatore del convegno, e a Raffaele Goretti dell’“Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità”, per aver arricchito il dibattito con competenza e umanità. E proprio Daniele Renda, nel suo intervento finale, ha riassunto il senso profondo della giornata: “Ogni Disability Pride ha la sua storia, e ogni territorio lo vive a modo suo. Quello di Orvieto ci ha regalato qualcosa di unico: una comunità intera che si è ritrovata intorno a principi e valori comuni.

Persone vere, autentiche, di tutte le età, unite da un tema che ci riguarda tutti: la disabilità come parte viva della società. Se Orvieto non era ancora orgogliosa di sé, oggi può esserlo. Da qui nasce una famiglia che cresce, che nessuno potrà fermare.” Il Comitato Orvietano per la Salute Pubblica può dirsi orgoglioso: l’obiettivo è stato raggiunto. Non solo parlare di disabilità, ma di cittadinanza. Un messaggio forte, che ribalta le gerarchie e ci ricorda che chi ha più bisogno può insegnarci il passo giusto per camminare insieme. Una rivoluzione gentile, capace di ridefinire il senso stesso di comunità.
Comitato Orvietano per la Salute Pubblica








