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L’Osservatorio Cittadinanza Territorio Sviluppo (CTS) pubblica il Rapporto n. 5-2025 a cura di Antonio Rossetti, un’analisi che ricostruisce il passaggio storico dal capitalismo fordista al capitalismo digitale delle piattaforme e propone un’agenda concreta per la politica economica locale: costruire reti-piattaforma che integrino imprese, scuola, ricerca, finanza e servizi all’habitat, superando la frammentazione e la “terziarizzazione povera”. “Non c’è mai vento a favore per il marinaio che non sa qual è il suo porto” è la citazione-manifesto che apre il Rapporto.
Fine del paradigma fordista: il vantaggio competitivo non risiede più (solo) nella scala produttiva, ma nella flessibilità e nella capacità di orchestrare reti di partner, tecnologie e mercati oltre i confini fisici.
Dati strutturali italiani: negli ultimi 30 anni la quota di imprese manifatturiere sul totale è scesa dal 13,8% all’8,5% (da 744.000 a 497.000), con spostamento verso i servizi: un contesto che impone nuove politiche industriali non basate solo sulle economie di scala.
Orvieto: segnali di de-industrializzazione e consolidamento di un terziario a basso contenuto di conoscenza, con riduzione dei ceti medi imprenditoriali e prevalenza di rendite rispetto a investimenti sul core-business.
Cosa propone il Rapporto
Piattaforme territoriali come “spazi ibridi tra luoghi e flussi” in cui competono reti più che singoli territori: imprese, PA, scuola/ITS/università, centri di ricerca, terzo settore e finanza locale.
Esempi replicabili: il Patto per il Lavoro dell’Emilia-Romagna (2015) e il recente Manifesto per la Re-industrializzazione della Toscana mostrano che la programmazione condivisa ex-ante degli investimenti riduce incertezza e riallinea la traiettoria di crescita.
Call to action locale: avvio di un tavolo CTS con imprenditori, lavoratori, scuole/enti di formazione, associazioni ed enti locali per definire “la rotta” e un set di obiettivi misurabili (energia, formazione, innovazione, finanza di prossimità).
Economia delle piattaforme: in UE 66% dei residenti ha acquistato online nel 2021; in Italia, la penetrazione di vendita su piattaforme varia molto per settore. Il turismo/alloggio supera l’80% di imprese che vendono via piattaforma; trasporto aereo: imprese presenti 46,9%, con 26% del fatturato totale via piattaforme e 30,7% di fatturato medio; agenzie di viaggio: presenza 38,9% e 10,9% del fatturato via piattaforme.
Implicazioni: i comparti più “platform-ready” trainano valore; altri restano multicanale con uso delle piattaforme soprattutto promozionale, segnalando dove servono policy attive (competenze digitali, logistica, dati, interoperabilità). Antonio Rossetti, curatore del Rapporto: “La competizione oggi è tra piattaforme più che tra confini amministrativi. Per territori come Orvieto la priorità è connettere e programmarsi: formazione, energia, finanza di prossimità e reti tra imprese devono diventare un patto operativo e misurabile”.
Osservatorio CTS: “Invitiamo attori economici e sociali a sedersi a un tavolo stabile per definire obiettivi condivisi e indicatori di risultato. Solo così il territorio può tornare a produrre valore nel capitalismo delle piattaforme”.









