
La lettera che il sindaco Tardani ha inviato ai cittadini è la prova provata che quanto anche lei adesso abbia capito come le chiacchiere vuote non bastino più per convincere gli orvietani che la realtà non è quella che loro stessi vedono e sperimentano da soli ogni giorno, ma quella che il sindaco continua a raccontare, in un mood di propaganda e campagna elettorale senza fine.
Una lettera accorata, ma sarebbe meglio dire disperata, con la quale Tardani parla di tanti bellissimi progetti che nessuno ha in realtà visto. Tardani racconta un mondo di fantasia, evocando l’odio nella solita spirale di vittimismo in realtà aggressivo in cui continua ad esercitarsi scimmiottando la Meloni per cercare di mischiare le carte e nascondere l’imbarazzante e crescente elenco dei suoi insuccessi.
Confonde l’opposizione con l’odio e denota una sorprendente incapacità di affrontare il confronto, é patetica e sola, oramai l’hanno abbandonata tutti, tranne coloro che devono dirle grazie per i ruoli concessi, ma non confermati dai cittadini. Nessuna promessa elettorale mantenuta, un’occasione irripetibile come il PNRR è stata lasciata passare senza che ci fosse alcun lavoro finalizzato alla crescita della città, né tantomeno alla valorizzazione dei nostri beni culturali storici, come la chiesa di San Francesco o la caserma Piave.
I pochi lavori eseguiti sono tutti fermi, con il rischio di non completare in tempo per ricevere i finanziamenti. Le imposte sono al massimo, e l’indennità di disagio ambientale non è stata utilizzata per ridurre la Tari. Non c’è stata interazione con i cittadini, né tanto meno con l’opposizione; regna una logica da “11 contro 6”. Insomma, stiamo assistendo a una gestione del bene pubblico autoritaria e inefficace, come se il governo della città fosse guidato da una proloco: qualche festicciola, sbandieratori, palloncini, nulla di più.
Porta Maggiore è stata lasciata al suo declino, rattoppata con quattro tufi, senza utilizzare le pietre originarie, che presumo siano andate perdute. È stato fatto un investimento ridicolo di 2.600 euro; la chiesa di San Lorenzo in Vineis, finanziata nel 2023, si trova ancora nello stesso stato di abbandono.
Il Palazzo del Vino, dopo aver speso 700.000 euro di fondi pubblici, è privo di qualsiasi idea su cosa farne. L’accoglienza turistica è da terzo mondo, con bagni chiusi in piazza Armi e nella fortezza Albornoz. Non esiste un rapporto costruttivo con la maggioranza in regione, solo comunicati che non corrispondono alla verità, illazioni e una propaganda continua che non porta a nulla di concreto per gli orvietani. Potremmo continuare ancora, Sindaca, ma concludo la mia risposta alla sua lettera con una frase: non abbiamo bisogno di una sindaca fragile, insicura, ma di una sindaca che prenda in mano la situazione e agisca nel migliore interesse degli orvietani.
M5S media valle del Tevere comprensorio Orvietano








