
C’è un equivoco che conviene sciogliere subito: il problema di Orvieto non è il suo racconto, ma la goffaggine di chi oggi la governa. Perché le parole possono certo unire o dividere, ma restano aria se non si incarnano in azioni capaci di dare visione.
Orvieto non ha mai smesso di avere grandi asset: le sue associazioni, che tengono viva la comunità quando l’amministrazione si distrae; gli artigiani e gli imprenditori, che ogni giorno investono senza chiedere titoli sui giornali; i lavoratori che sono spina dorsale invisibile di ogni risultato; i professionisti del pubblico e del privato che garantiscono competenze e continuità; le istituzioni cittadine che, nonostante i limiti, continuano a essere presidio e servizio. Il capitale umano c’è, abbondante, generoso. Non è quello che manca.
Ciò che manca è la capacità di governare. Perché mentre si rivendicano cantieri e progetti, la verità è che quasi tutti arrivano con anni di ritardo, spesso trascinati da una burocrazia che non si è saputo né prevenire né gestire. Le scuole, gli impianti sportivi, gli spazi pubblici: ovunque la promessa non è stata il risultato, ma la proroga. E non c’è racconto di fiducia che possa mascherare il logorio di un’azione amministrativa che si muove più a rincorrere che a guidare.
Noi pensiamo che sia tempo di smettere con le autocelebrazioni e di ripartire da tre punti chiari:
1. Un piano straordinario di rigenerazione urbana, che restituisca centralità ai quartieri, ai luoghi pubblici e agli spazi di comunità.
2. Un sistema di trasporto sociale e di prossimità, per connettere davvero le frazioni, i giovani, gli anziani, chi oggi vive ai margini della città.
3. Un patto per il lavoro e le imprese, che sostenga artigiani, professionisti e operatori locali, trasformando le risorse dei fondi per le aree interne in opportunità concrete.
4. Una mobilitazione dei sindaci del territorio per la ridefinizione del piano sociale e del piano sanitario che rafforzi l’ospedale di Orvieto, ripristinando reparti come quello di urologia e potenzi la medicina territoriale affinché anche ad Orvieto si avvertano i benefici di una ritrovata chiarezza sulla salute come diritto universale.
Nessuno mette in dubbio che Orvieto meriti fiducia. Ma la fiducia non è un invito all’attesa infinita: è un impegno che si misura sui fatti, e i fatti oggi dicono che la città può e deve avere di più. Perché ciò che serve non è un racconto rassicurante: è un’alternativa all’immobilismo.
Segreteria comunale Pd Orvieto








