
Cosa è accaduto durante l’estate in merito alle politiche dell’abitare del nostro territorio? Ecco un’estrema sintesi del Comitato Cittadino “Abitare Orvieto”. A fine giugno, si è aperto il dibattito su uno dei punti del Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne 2021-2027 (PSNAI) che, cambiando totalmente approccio rispetto ai piani passati, ha definito le Aree Interne come luoghi “con basse prospettive di sviluppo economico e deboli condizioni di attrattività” che “non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma non possono nemmeno essere abbandonate a sé stesse. Hanno bisogno di un piano mirato che le possa assistere in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento in modo da renderlo socialmente dignitoso per chi ancora vi abita”.
Ecco, in Italia, nelle Aree Interne ci vivono 13 milioni di persone e rappresentano il 48% dei Comuni, Orvieto è uno di questi. Fortissime le reazioni da parte di molti sindaci contrari al “gettare la spugna” come proporrebbe la nuova SNAI, “non periferie del paese, ma suo motore silenzioso” chiarisce il Presidente dell’Anci Umbria, Gori, criticando le “narrazioni nostalgiche” del Ministero.
Il Comune di Orvieto è Capofila dell’Area Interna sud-ovest orvietano e, in un Comune in cui i tassi di invecchiamento e di spopolamento sono tra i più alti dell’Umbria, ci si aspettava una levata di scudi di fronte alle righe che definiscono queste zone destinate al “cronicizzato declino” e invece, con uno dei suoi post, il Comune ci rassicura, attribuendo gli eventuali timori all’uso di un linguaggio tecnico crudo e ad una lettura affrettata e ci conforta, affermando che tramite una maggiore flessibilità i territori potranno essere aiutati in maniera più appropriata.
A proposito di Aree Interne, il 19 luglio, nella vicina Monteleone, l’associazione “L’Officina Imagination Lab” ha organizzato “Un Paese ci vuole”, un incontro sull’abitare, riuscendo a riunire intorno allo stesso tavolo, alcuni tra i più grandi studiosi contemporanei dell’argomento. Nella folta e accaldata platea, erano presenti alcuni orvietani, anche questa volta tutti afferenti ad associazioni, a comitati o al privato sociale. Non era presente nessuno della giunta comunale, nessuno della maggioranza, nessuno della minoranza quindi nessuno di coloro a cui è stata data la fiducia (e responsabilità) di rappresentare la cittadinanza e governare questo territorio.
E’ stata un’occasione rara di informazione e di scambio, “per immaginare insieme un futuro diverso”. Ciò che ha accomunato le varie voci è la necessità di unirsi fra territori dell’area e fare forza comune per evitare inesorabilmente di sparire, divorati dall’indifferenza di quello che sta accadendo o di restare solo come luoghi da visitare.
Cosa sta accadendo? Anche in questa estate, il CTS (Cittadinanza, Territorio e Sviluppo) ha cercato di documentarlo attraverso l’analisi dei dati a disposizione e lo ha fatto con due suoi approfondimenti: nel primo, a firma di Antonio Rossetti, si rinnovano e specificano a quali gravi conseguenze va incontro un territorio che si basa su un’economia della mono offerta, ossia quella turistica e con il secondo, tramite il Rapporto 2025 sulla Demografia delle Imprese di Matteo Tonelli, ci viene comunicata una realtà spaventosa: in pochi anni (dal 2019 al primo trimestre 2025), il numero dei lavoratori del nostro comune è calato drasticamente, registrando 500 occupati in meno nelle imprese del Comune di Orvieto, in particolare nel settore manufatturiero. Si riesce ad immaginare quali siano gli effetti, diretti ed indiretti, nel breve e nel lungo periodo, per il nostro piccolo territorio, nel non dare più lavoro a 500 persone?
Nel frattempo, sempre in questi mesi, è arrivata la conferma del finanziamento dei progetti tramite i fondi della nuova programmazione delle Aree interne 2021-2027 e per il nostro Comune verranno finanziati la promozione turistica, la realizzazione della Casa della cultura, la ristrutturazione dell’atrio del Palazzo dei Sette e alcuni servizi già in essere (es. operatore di quartiere (qui l’elenco di tutti i progetti).
E’ una buona notizia ma sembra che anche nell’utilizzo di questi fondi, continuino a mancare una giusta attenzione, partecipazione e programmazione verso le questioni macro che ammorbano questa città quindi la mancanza di lavoro e lo spopolamento. Creare le condizioni per le imprese di poter investire in questo territorio e rendere accessibile l’abitare sono interventi necessari che non possono più essere messi in attesa, non c’è più spazio per negare, sminuire, evitare. L’estate è finita ma i compiti da fare a casa, assolutamente, no.
Abitare Orvieto








