
Di seguito si pubblica la lettera aperta della Segretaria Comunale Pd Orvieto a Claudio Lattanzi e all’intera città:
Caro Claudio,
le tue parole hanno la nettezza delle verità che non si possono più eludere. La fotografia che ci consegni è quella di un territorio che perde lavoro, energie e fiducia, e che sembra avere smarrito perfino la capacità di indignarsi. Non è solo un problema economico, ma un impoverimento civile e politico.
Hai ragione: la programmazione non è un tecnicismo, ma l’unica strada razionale per arrestare il declino. Fotografare l’esistente, porsi obiettivi e scegliere strategie è ciò che un tempo chiamavamo politica. Oggi invece sembra un’arte dimenticata, sostituita da un galleggiamento quotidiano che somiglia più a un’attesa rassegnata che a un governo.Ma se la politica si assenta, i cittadini reagiscono: si incontrano, parlano, si organizzano in associazioni. E a Orvieto, negli ultimi anni, lo hanno fatto con coraggio. Lo hai ricordato tu stesso: dai comitati per la salute pubblica a chi difende l’ambiente, da chi lavora sull’inclusione sociale alle realtà che sperimentano nuove forme di turismo o di rigenerazione urbana. Questo fermento è un patrimonio. Ma se resta frammentato rischia di essere sterile, e addirittura di favorire, con il gioco delle divisioni, il permanere di un potere amministrativo che non ha né visione né futuro.
Il Partito Democratico di Orvieto ha scelto di cambiare, correggendo ciò che veniva imputato come lontano o autoreferenziale. Abbiamo rinnovato la nostra dirigenza, ci siamo dati un metodo più aperto e ora ci prepariamo a condividere progetti concreti con chiunque riconosca la stessa urgenza. Idee e proposte, prima ancora che bandiere. Perché non è più tempo di distinguo che dividono: il futuro di Orvieto è una partita che si vince solo insieme.
Quali proposte, allora? Alcune le abbiamo già nere su bianco:
– un tavolo permanente e partecipato sulla Tari e sui rifiuti, per trasformare un terreno di conflitto in un laboratorio di soluzioni condivise;
– un piano di rigenerazione urbana e ambientale, che investa su comunità energetiche, verde pubblico, percorsi sicuri per studenti e cittadini, residenzialità sostenibile, controllo delle discariche abusive e coinvolgimento delle scuole nella cura dei luoghi comuni;
– un impegno forte sulla sanità territoriale, perché la discussione sul piano socio-sanitario regionale non sia una formalità ma l’occasione per portare a galla i bisogni reali dell’Orvietano;
e, soprattutto, la volontà di costruire un patto per il lavoro, senza il quale nessuna comunità può sperare di tenere i giovani e restituire dignità a chi qui vuole vivere.
Questo territorio non è senza speranza, ma non ha più tempo da perdere. La politica deve tornare a osare, e i cittadini devono pretendere di essere parte del governo delle scelte. È da questo intreccio che può nascere un nuovo destino comune. Hai chiuso la tua riflessione con una citazione poetica, e vorrei restituirtela con la stessa immagine: io credo che oggi sia il tempo in cui chi sta in un angolo non può più limitarsi a guardare. Tocca a tutti noi ballare, e farlo insieme. Perché solo così una città addormentata può risvegliarsi.
Con stima profonda,
Segretaria Comunale Pd Orvieto








