Dal legno dei barconi dei migranti naufragati a Lampedusa sono nati strumenti che oggi raccontano, attraverso la musica, un viaggio di dolore e rinascita. È questa la storia dell’Orchestra del Mare, che con violoncelli, viole e violini ha emozionato il pubblico del Teatro Mancinelli di Orvieto, nell’ambito della IX edizione del Festival della Piana del Cavaliere, in uno spettacolo capace di intrecciare arte, memoria e impegno sociale.
A dare voce al progetto è stato Arnoldo Mosca Mondadori, ideatore e promotore attraverso la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, affiancato dalla narrazione intensa dell’attrice Margherita Buy e dall’Orchestra Filarmonica Umbra V. Calamani, protagonista dell’esecuzione de Le Quattro Stagioni di Vivaldi. L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie all’azienda AISICO, che sostiene il Festival sin dalla sua nascita e conferma il proprio impegno come promotore non solo della cultura, ma anche di progetti a forte valore sociale, impegnandosi da sempre in iniziative che uniscono arte, memoria e responsabilità.
Gli strumenti che hanno preso vita sul palco portano con sé una storia straordinaria: sono stati realizzati dai detenuti del carcere di Milano-Opera in un laboratorio di liuteria e falegnameria, ciascuno richiedendo circa 400 ore di lavoro. Dal recupero del legno alla minuziosa lavorazione artigianale, questo percorso ha permesso ai detenuti di acquisire competenze, confrontarsi con un mestiere antico e vivere un’esperienza di crescita personale. Così, ciò che un tempo era un relitto segnato dalla tragedia si è trasformato in strumento di bellezza, diventando simbolo concreto di resilienza e speranza.
L’Orchestra del Mare è un progetto di adesione: gli strumenti viaggiano di città in città e vengono affidati di volta in volta a orchestre italiane e internazionali che ne condividono i valori, dando vita a concerti che sono al tempo stesso appuntamenti artistici e testimonianze sociali. Ogni esecuzione si trasforma così in un atto di memoria collettiva, un ponte tra storie apparentemente lontane ma profondamente connesse.
Il concerto di Orvieto ha confermato la forza di un’iniziativa che va oltre la musica: dimostra come l’arte possa trasformare il dolore in bellezza, aprendo possibilità di cambiamento e di consapevolezza. In ogni nota risuonava il paradosso vitale di strumenti nati da macerie e diventati voce di futuro.
Il Festival della Piana del Cavaliere proseguirà nei prossimi giorni con un calendario fitto di appuntamenti, che porteranno sul palco grandi interpreti accanto a giovani talenti, continuando a intrecciare tradizione, sperimentazione e dialogo tra arti e territori. Tra i prossimi eventi, spicca il ritorno dell’Orchestra Filarmonica Umbra V. Calamani con Storia di un Gesù, accompagnata dalla voce narrante di Guido Barbieri.









