
di Roberto Pace
Molto intense le competizioni accese in quasi tutti i gruppi e classi con la presenza di macchine belle e importanti guidate da piloti altrettanto validi. Orvieto, in attesa di un posizionamento più avanzato, proporzionato alla bravura di Michele Fattorini, si è infilata di prepotenza portando due piloti nella classifica top ten dei migliori.
Filippo Ferretti e Luca Giovannoni, entrambi nella squadra Wolf di Andrea Fravolini, hanno fatto le cose per il meglio al limite delle possibilità personali e delle macchine guidate. Filippo, magari approfittando della conoscenza più approfondita del tracciato, si è insediato al settimo posto della generale. La classifica per classi lo ha visto andare sempre più vicino alle “Nova Proto NP 03, vettura del momento usando pneumatici migliori rispetto a quelli coi quali ha parecchio tribolato ma non ancora con una resa non pari a quelli utilizzati dalle “francesi”. C’ha messo molto del suo, come documentano le immagini, rimediando qualche scodata e qualche escursione sull’erba ai limiti della carreggiata. “Chi non risica non rosica” recita un detto delle nostre parti. Il rischio stavolta ha pagato.
Luca Giovannoni è riuscito a portare la macchina al traguardo con la possibilità di mostrare a tutti anche il suo nuovo casco sul quale risaltano molto le ceramiche orvietane. Iniziativa del tutto personale a dimostrazione dell’affetto per la sua città cui si è aggiunto un risultato sportivo oltre le aspettative. La Wolf ha funzionato, lui altrettanto, probabile sia servita d’allenamento la partecipazione alla gara European Series della settimana precedente.
Un grazie speciale a Michele Fattorini per aver mostrato al pubblico cosa si può fare con la Picchio C4. Motore con oltre 600 CV, tanto lavoro per assemblarci intorno telaio adatto e tutto il resto e la carrozzeria esterna per ricordare trattarsi di un’Alfa Romeo C4. Il pilota ha detto che la guida richiede un impegno tre volte superiore a quello di cui necessitavano i prototipi. C’è, però, il desiderio di vincere la scommessa che si è dato: mettere le ruote della C4 davanti a tutte le altre vetture con carrozzeria della stessa fascia. In più c’è anche lo sviluppo che è portato avanti secondo le sue indicazioni. C’è da fare, ma, per quanto visto a Orvieto le premesse sono oltremodo buone: “Tenendo presente la conformazione della Castellana, che è la meno adatta a questa vettura”. Vedremo il seguito.
Lorenzo Degl’Innocenti non ha lasciato nulla agli avversari, sempre al comando dalla prima salita di prova a quella di gara due. Grande dimostrazione di forza: il successo del 2024 non era stato casuale. Allenarsi con i go-kart fa bene e si vede.
Leonardo Angelucci: Orvietano d’Abruzzo, primo di classe e secondo di gruppo N-S

Sette, non tutti magnifici, gli orvietani a lottare con gli altri sedici del gruppo RS classe 1600. Andrea Pepè (nella foto sopra), dalle prove in poi è stato sempre sul podio. Ha accarezzato, a lungo, il gradino più alto. L’ha mancato per poco ma è stato eccellente secondo, il più bel risultato da quando corre in salita. Merito in più per l’Under di Allerona Scalo l’aver dimostrato di saper prendere le cose molto seriamente
Del gruppone RS 1600 facevano parte Mirko Schiavo e Fausto Ferretti. Mirko, sembrerebbe essere stato tradito da un errore in gara uno. Fausto Ferretti prosegue in una crescita regolare confermata dalle prestazioni. Stessa appartenenza per Giancarlo Trippini, 73enne (nella foto d’apertura), dichiaratamente a caccia del tempo sognato: 4’10”. Lo ha solo sfiorato, mettendo coraggiosamente dietro diversi giovanotti.
Ancora, tra i ventitré, Matteo Bacchio. Quattro salite, tutte pulite, sulla Citroen C2 di cui non si sa tanto sulla reale competitività. A Gianmario Marrocolo la situazione dev’essere sfuggita di mano sia in prova che in gara con segni evidenti sulla macchina. Dispiace per lo stop a Orvieto arrivato nel momento in cui si stava facendo più competitivo. Marco Passero, altro veterano, è stato tradito dalla Saxo utilizzata per la gara. Quanto a passione sarà sempre sul podio.
Gara nella gara quella delle RS CUP con due orvietani a sfidarsi nelle zone alte. Luca Chioccia è sembrato puntare da subito sulla regolarità, atteggiamento a lui poco consueto. La classifica finale gli ha dato. Il suo è un secondo posto che vale in ragione delle qualità del vincitore. Non può dire altrettanto l’altro Chioccia, Mattia autore di un super acuto in prova ma successivamente rallentato in gara uno dall’incontro ravvicinato con una rotoballa e dal mal funzionamento (leva del cambio?) nei chilometri finali del percorso. Piccolezze costate care.
L’entrata di Riccardo Trippini nella classifica delle Auto Storiche calcisticamente parlando va considerata “pesante” per il modo nel quale ha letteralmente aggredito i tornanti che ben conosce. Lui e la CIVIC rossa con la quale ha costruito la sua storia sportiva. Uno tsunami che sconquassa lo sciabordio tranquillo delle vecchie signore abituate a trattamento molto più delicato. Grande Rick. Lo imita Cristian Frustagatti: quest’anno, nella categoria classiche, Frustino non ne sbaglia una.
Impresa non riuscita a Luciano Posti, pur impegnatosi con passione e carica agonistica immutate. Antonio Miniaci lo ha sopravanzato e per il vetraio di Bardano è stato secondo posto. Assorbita la piccola delusione sarà pronto a ricominciare. Gabriele Baldax Baldassarri è rientrato dopo una pausa abbastanza lunga. Complicato pretendere da lui qualcosa in più di quanto fatto nella prima esperienza fra le storiche. Chiudiamo con Tonino Camilli, primo assaggiatore del tracciato nelle prove e in gara. L’ala d’oro lo asseconda e l’orafo orvietano prosegue nell’avventura della passione e del divertimento.








