Di Proposta Civica Orvieto
Premettiamo che le discussioni sul turismo stanno diventando sempre più ripetitive e che le analisi esclusivamente quantitative, senza un adeguato approfondimento qualitativo, spiegano ben poco. Detto ciò, quando l’Amministrazione comunale decide di diffondere numeri con troppa superficialità, siamo costretti a tornare sull’argomento per contestarli con ancora maggior determinazione.

Si parla di 622.600 visitatori nel centro storico, nel primo semestre del 2025, provenienti da fuori regione.
Una media di 3.440 persone al giorno, praticamente quanti sono – più o meno – i residenti sulla rupe.
In termini concreti, per dare un’idea, dovrebbero arrivare in città – ogni singolo giorno dell’anno – una media di 69 autobus da 50 posti o 1.147 autovetture con una media di tre passeggeri a bordo.
Nella giornata di Domenica 3 Agosto, non certo in bassa stagione, abbiamo scattato due foto (allegate) nei parcheggi più usati dai turisti, quelli di Campo della fiera e Piazza della Pace, prima e dopo pranzo. Giudicate voi se quei numeri di media giornaliera sembrano credibili.
La sindaca Tardani ha già dovuto ammettere che i dati relativi al massimo giornaliero (30.900 visitatori il 1° gennaio) e al minimo giornaliero (6.000 visitatori il 16 gennaio) erano errati per un difetto nella rilevazione. Guarda caso, erano proprio i primi dati che avevamo contestato, soltanto a titolo di esempio, perché matematicamente e razionalmente inspiegabili.
Potremmo contestare allo stesso modo i dati relativi al ponte del 1° maggio, dove si dichiaravano 20.000 visitatori al giorno, con un totale di 80.000 visitatori in quattro giorni. Sarebbero 400 autobus o quasi 7.000 autovetture al giorno.

In effetti, non ci sono ragioni per credere che gli errori di rilevazione si siano verificati soltanto in quei due giorni che la Sindaca ha dovuto ammettere; l’analisi è poco attendibile nel suo complesso.
D’altronde – come abbiamo già accennato, se i numeri fossero veritieri e li proiettassimo su base annua (1.250.000 visitatori circa), ne deriverebbe che circa 800.000 persone all’anno, provenienti da fuori regione – di cui oltre la metà stranieri – non visiterrebero il Duomo (che nel 2024 ha emesso 405.000 biglietti) e che circa un milione non visiterebbe il Pozzo di San Patrizio (che nel 2024 ha emesso 230.000 biglietti).
Questi numeri rappresenterebbero un chiaro fallimento della promozione turistica e della comunicazione riferita ai nostri principali gioielli. Per questo sarebbe utile alla stessa Amministrazione partire da solide basi numeriche, per evitare che analisi sbagliate ricadano come un boomerang sulle loro responsabilità.
Evitiamo poi di commentare l’elaborazione dei dati sulla capacità di spesa dei singoli visitatori, ambito che ci appare ancora più fragile e sul quale si potrebbe tornare in seguito.
A questo punto, sarebbe doveroso un atto di onestà intellettuale da parte dell’Amministrazione, con ammissione che i dati sul turismo diffusi a seguito del report della piattaforma “Cities” e pubblicati ufficialmente non sono affidabili, in quanto compromessi da una errata elaborazione. Chiediamo quindi che venga data spiegazione ai cittadini di questa comunicazione fuorviante, diffusa inizialmente con grande enfasi.
Anche perché, come già anticipato, se i numeri non si interpretano bene, anche le conseguenti decisioni rischiano di essere sbagliate. Ribadiamo però che Cities Mobility Analytics è uno strumento potenzialmente molto utile. Per questo, proponiamo di proseguire nel suo utilizzo, ma solo dopo un’analisi approfondita su come estrarre dati realmente significativi. Con spirito costruttivo, ci rendiamo fin da ora disponibili a collaborare per far sì che i numeri raccontino la realtà e non rappresentino solo una statistica illusione.








