
L’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) ha annunciato di essere al lavoro con RFI e con le Regioni Umbria e Toscana per valutare deroghe parziali alle nuove prescrizioni sulla linea Roma–Firenze, che escludono i treni regionali dalla Direttissima a partire da dicembre. Riteniamo che questo provvedimento non sia sufficiente per due ragioni principali:
1) una linea realizzata con fondi pubblici, pagata dai contribuenti, deve garantire un obbligo di servizio pubblico e non può essere riservata unicamente ai servizi ad alta velocità. I viaggiatori non possono, quindi, vedere penalizzate in maniera così drastica le condizioni di viaggio che sono da troppo tempo diventate insopportabili;
2) a preoccupare non è solo ciò che potrebbe accadere da dicembre, quando le modifiche alla circolazione entreranno pienamente in vigore, ma la situazione già in essere: i pendolari dell’Orvietano, infatti, stanno già vivendo quotidianamente pesanti disagi, come dimostra l’esempio dell’Intercity 598, un treno abilitato a viaggiare a 200 km/h ma dirottato in maniera strutturale sulla linea lenta, con tempi di percorrenza sempre più lunghi e una qualità del servizio che si è progressivamente deteriorata.
Il quadro politico in cui questa crisi si inserisce è complesso. Se da un lato il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato da Matteo Salvini appare in difficoltà e del tutto inadeguato nell’affrontare una situazione che peggiora di settimana in settimana, dall’altro lato si registrano segnali incoraggianti sul piano locale e regionale. In queste settimane, infatti, diversi Comuni e le Regioni Umbria e Toscana hanno avviato interlocuzioni reciproche che, se ben coordinate, potrebbero sfociare in un percorso strategico condiviso capace di offrire finalmente risposte concrete ai territori.
In questo contesto si colloca anche il recente protocollo d’intesa firmato dalle due Regioni su risorse idriche, sanità e infrastrutture, che potrebbe – e dovrebbe – includere la questione ferroviaria come priorità. Resta tuttavia alta l’attenzione per le posizioni espresse dai presidenti Stefania Proietti ed Eugenio Giani sulla possibile stazione AV “Medio Etruria”, una scelta che rischierebbe di marginalizzare ulteriormente l’Orvietano e altre aree già oggi penalizzate.
Il lavoro svolto finora va comunque nella direzione giusta: quella della comunione di intenti e del lavoro di squadra tra comitati, Comuni e Regioni. È questo l’unico modo per affrontare una crisi che non riguarda solo la mobilità, ma anche la residenzialità, lo sviluppo economico e la tenuta sociale dei territori. Auspichiamo che tutte le forze coinvolte sappiano concentrarsi sugli obiettivi comuni e superare divisioni e contrapposizioni, perché il rimpallo delle responsabilità non fa altro che allontanarci dall’obiettivo: risolvere i problemi, ciò che interessa davvero alle persone.
Associazione Nova








