Il Partito Democratico si rivolge a tutte le forze dell’alternativa per aprire un confronto serio sulla città dopo che la Corte certifica quanto le opposizioni dicono ormai da anni. Il recente rapporto della Corte dei Conti sul Comune di Orvieto non è solo un atto tecnico: è una fotografia impietosa di un’amministrazione ferma, priva di visione e di capacità di governo. Ci sarebbe bastato leggere il punto 13 per capire che non si tratta solo di inefficienze, ma di un metodo di lavoro che non produce risultati, che non misura l’impatto delle scelte e che non si assume la responsabilità politica delle proprie decisioni.
La Corte lo dice chiaramente: il Comune non è in grado di trasformare attività in risultati. I progetti ci sono, ma non ci sono indicatori, strumenti di valutazione, né analisi sugli effetti reali. Un’opera pubblica, o qualsiasi iniziativa dell’amministrazione, non è un successo in sé. Lo diventa se sappiamo dire chi ne beneficia, come cambia il contesto in cui si inserisce, se migliora la qualità della vita delle persone. Senza questa capacità di leggere la realtà, si governa a tentoni.
Ancora più grave quanto emerge al punto 14: il Comune rinuncia al proprio ruolo di controllo sulle società partecipate. Non approva i budget, non stabilisce obiettivi, non verifica risultati. La Corte descrive un modello in cui le società decidono e il Comune si limita ad assistere. Non è amministrazione, è abdicazione. E no, non è una strategia: è una resa pigra.
Questa mancanza di metodo colpisce soprattutto i più fragili. Senza misurare l’impatto delle politiche, è impossibile sapere se stiamo migliorando l’inclusione scolastica, il trasporto pubblico, l’assistenza alle famiglie o le opportunità per i giovani. È lì che si vede la distanza tra una politica che racconta e una politica che agisce.
Non si può più fare finta che si tratti solo di problemi tecnici.
La vera questione è politica: l’amministrazione Tardani, dopo anni di governo, non ha ancora costruito un’idea di città, una visione condivisa, un disegno strategico. Procede per elenchi, per opere annunciate, per iniziative slegate per post social. Non corregge la rotta, si picca, non si interroga, non costruisce il futuro. L’impressione che emerge dalla lettura della delibera è quella di un’amministrazione chiusa, stanca, autoreferenziale.
Il Partito Democratico ha deciso di condividere queste riflessioni senza rivendicare primati, perché crediamo che oggi serva altro. Abbiamo apprezzato il lavoro puntuale svolto da Proposta Civica e le legittime osservazioni sollevate dal Movimento 5 Stelle. Riteniamo che questa sia l’occasione per fare un passo avanti tutti insieme: non basta denunciare l’assenza di controllo o la debolezza contabile. Serve uno scatto collettivo.
Serve costruire, insieme, un nuovo metodo di governo, fondato sulla responsabilità, sulla trasparenza, sulla misurazione dei risultati e sulla partecipazione dei cittadini. Orvieto merita di più di un’amministrazione che “fa delle cose” senza sapere davvero perché le fa, per chi le fa, e con quali effetti.
Serve una politica che non si limiti a gestire l’oggi, ma che abbia il coraggio di progettare il domani. Da qui, da questa consapevolezza condivisa, vogliamo partire per costruire un’alternativa solida e credibile. Invitiamo tutte le forze di opposizione a un confronto aperto, senza personalismi e senza gerarchie, per rimettere al centro ciò che davvero conta: la qualità della vita dei cittadini, la dignità della politica, il futuro di Orvieto.
Partito Democratico Orvieto









