L’acquisizione del complesso de La Badia da parte del Gruppo Pellicano Hotels rappresenta una bella notizia per Orvieto. Si tratta di un intervento importante e complesso che porterà alla nascita della prima struttura alberghiera a 5 stelle della città, con un significativo investimento economico e un potenziale impatto positivo sul tessuto turistico e sull’indotto locale. È giusto che l’amministrazione comunale celebri l’evento e riconosca il valore di un’operazione che contribuirà senza dubbio ad innalzare la qualità dell’offerta ricettiva.
Questa iniziativa ci consente, tuttavia, di affrontare una discussione più ampia sulla gestione della cosa pubblica locale e sul presente e futuro della nostra città. Nel commentare l’acquisizione, la Sindaca Roberta Tardani ha parlato di un pezzo “che contribuisce a comporre la città che abbiamo in mente”. Questa affermazione offre l’occasione per riflettere sul percorso di sviluppo che la città sta intraprendendo. A oggi, infatti, la visione complessiva di Orvieto e le strategie per realizzarla appaiono, almeno dal nostro punto di vista, poco chiare.
Gli investimenti che stanno arrivando in città – importanti e benvenuti – sono per lo più frutto di iniziative private, mentre restano aperte questioni cruciali che richiedono risposte concrete da parte della politica: spopolamento, emergenza abitativa, fragilità del tessuto produttivo e commerciale, mancanza di politiche organiche per i giovani e per la rigenerazione urbana, tutela e valorizzazione del nostro patrimonio paesaggistico.
Non si tratta di sminuire il valore di operazioni come quella de La Badia, ma di interrogarsi su come queste vengano raccontate. L’impressione è che episodi isolati vengano presentati come tasselli di un disegno organico che, però, non è mai stato chiaramente condiviso con la città. Viene spontaneo chiedersi quale sia il ruolo concreto dell’amministrazione nella composizione di questo mosaico: quali azioni ha messo in campo per favorire e accompagnare queste trasformazioni? Cosa è stato fatto per rendere possibili, ad esempio, l’apertura di Palazzo Petrus, dell’Emme Palace Hotel e oggi l’acquisizione della Badia?
Questi interventi – così come altri che stanno interessando il centro storico – sono nati soprattutto dall’iniziativa autonoma di privati che hanno scelto di scommettere su Orvieto, riconoscendone il potenziale culturale, artistico e paesaggistico. È un segnale positivo che merita di essere valorizzato e sostenuto. Al tempo stesso, riteniamo difficile attribuire il merito di queste operazioni alle azioni portate avanti dall’amministrazione comunale: si tratta infatti di investimenti nati da scelte imprenditoriali autonome, che richiederebbero però una cornice strategica condivisa e ben definita.
Come abbiamo spesso sottolineato nei mesi scorsi, riteniamo che il dibattito pubblico degli ultimi anni si sia ridotto a sterili colpi di comunicati stampa che non portano alcun beneficio al territorio: ci si divide tra rivendicazioni di merito e scarichi di responsabilità, mentre le sfide reali – demografiche, economiche, sociali – restano sullo sfondo. Crediamo che sia tempo di invertire questa tendenza e di stimolare un dialogo franco, ma costruttivo. E’ ormai chiaro come sia necessario lavorare per “fare rete” tra istituzioni, associazioni e cittadini. Riteniamo che questo sia il momento per aprire un confronto serio e costruttivo tra istituzioni, forze politiche, associazioni e cittadini.
Le tante competenze e professionalità che il territorio esprime, come la recente operazione de La Badia ha dimostrato, rappresentano un patrimonio spesso sottoutilizzato quando, invece, potrebbero – e dovrebbero – diventare una risorsa decisiva per costruire un progetto comune e delineare la visione di città che immaginiamo. Valorizzare queste competenze significa creare condizioni favorevoli affinché le progettualità nascano e crescano in modo coerente con le esigenze della comunità tutta. È questo l’invito che rivolgiamo oggi a maggioranza, opposizione, realtà associative e cittadini. Perché Orvieto merita un disegno che sia davvero per tutti e di tutti.
Associazione NOVA









