
Il Comitato Orvietano per la Salute Pubblica festeggia il suo primo compleanno. È stato un anno di lavoro intenso e continuo: assemblee settimanali aperte a soci e non soci, eventi pubblici impegnativi per informare e sensibilizzare la cittadinanza sui temi della sanità pubblica. Un anno importante, anche perché vissuto tra due tornate elettorali: le Amministrative, appena concluse alla nostra nascita, le recenti Elezioni Regionali.
In questi dodici mesi abbiamo coinvolto oltre cinquanta soci e costruito una rete solida di relazioni con molte associazioni del territorio orvietano. Ci siamo sempre posti con uno spirito propositivo e collaborativo nei confronti delle realtà sanitarie locali, senza mai assumere atteggiamenti di contrapposizione o antagonismo.
Dopo i numerosi confronti sui temi della salute con i candidati alla Presidenza della Regione e con i candidati consiglieri dell’area orvietana, ci siamo concentrati su alcune questioni prioritarie del nostro territorio:
– la difesa dell’autonomia del Distretto Sanitario orvietano, contrastando il progetto di fusione con quello di Terni e Narni-Amelia, grazie anche a una petizione che ha raccolto 7.312 firme;
– il problema del Consultorio senza ginecologo, un’assenza intollerabile in un servizio essenziale;
– la Casa di Comunità di Fabro, per la quale abbiamo sollecitato apertura e funzionalità reali.
Infine, abbiamo rivolto grande attenzione al’Ospedale “Santa Maria della Stella”, con un incontro pubblico a fine maggio dedicato proprio alla sua situazione attuale. È giusto, dunque, riconoscere i risultati raggiunti:
– la petizione contro l’accorpamento del Distretto ha ottenuto un riscontro positivo: la nuova Giunta Regionale ha deciso di mantenere l’autonomia del Distretto
Sanitario di Orvieto;
– i| Consultorio ha visto larrivo di un ginecologo, anche se attualmente per sole dodici ore settimanali – un risultato ottenuto soprattutto grazie alla spinta della Cgil, che da tempo aveva sollevato il problema;
– la Casa della Comunità di Fabro aprirà a settembre 2025, e ospiterà anche un ambulatorio ginecologico, che consideriamo una conquista importante per il
territorio;
– abbiamo, inoltre, dato voce a tanti cittadini, aiutandoli a non sentirsi soli nell’affrontare le difficoltà e le mancanze della sanità pubblica locale.
Guardando al futuro, molti sono i temi che ci attendono dopo la pausa estiva:
– la salute pubblica nelle Aree Interne, spesso marginalizzate nonostante il ruolo strategico che il nostro territorio svolge come nodo delle vie di comunicazione;
– l’inclusione delle persone con disabilità: stiamo lavorando all’organizzazione del primo Disability Pride della Regione Umbria, previsto ad Orvieto per sabato 25 ottobre 2025;
– la situazione del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Orvieto che soffre per carenza di personale, spazi inadeguati e per la mancata realizzazione degli e
interventi di ammodernamento e riqualificazione previsti dal PNRR.
Facciamo i nostri auguri di buon lavoro ai nuovi dirigenti della Ausl Umbria 2: Roberto Noto, nuovo direttore generale, Viviana Nicosia, nuova direttrice del Distretto Sanitario di e Orvieto. A loro consegneremo presto l’elenco delle criticità sanitarie raccolte e analizzate dal Cosp nei mesi scorsi. Dopo aver costruito un rapporto di dialogo efficace con i dottori Piero Carsili e Massimo Marchino, auspichiamo che anche i nuovi vertici possano proseguire questo confronto aperto.
In particolare, ci auguriamo venga attuata e formalizzata la proposta del dottor Carsili di avviare percorsi di co-programmazione e co-progettazione tra Ausl e associazioni del territorio, così da poter partecipare attivamente alla stesura del nuovo Piano socio-sanitario regionale, assente da anni in Umbria. Una necessità ribadita anche dalla presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, intervenuta al nostro incontro dedicato all’Ospedale.
Infine, una domanda urgente ci tormenta in questestate rovente: perché l’automedica staziona a Fornole e non a Orvieto, quando le ambulanze partono proprio da Orvieto? Siamo consapevoli che la presenza del medico in ambulanza non sia obbligatoria (DPR 70/2000), e che ‘automedica possa raggiungere il luogo dell’intervento separatamente, tuttavia, in situazioni critiche, percorrere 60 chilometri può fare davvero la differenza.
Per rimanere aggiornati è possibile seguire le nostre attività anche sui canali social Facebook e WhatsApp, i nostri principali strumenti di aggiornamento e coinvolgimento. Abbiamo ancora molto da fare. E continueremo a farlo, insieme.
Comitato Orvietano per la Salute Pubblica








