Le classi quinte della scuola primaria di Ciconia festeggeranno venerdì 6 giugno alle ore 9:00, nel giardino antistante il loro plesso, la conclusione del loro primo ciclo di studi con un variopinto e fantastico viaggio attraverso musiche e atmosfere locali del Bel Paese. È prevista la presenza del Primo Cittadino e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Orvieto, della Dirigente Scolastica dell’Istituto, dei genitori e dei docenti. Gli alunni saluteranno i presenti con uno spettacolo che avrà per protagonisti costumi e canti folkloristici, rappresentativi della cultura e della realtà delle Regioni Italiane.
Il programma dello spettacolo
Il viaggio inizierà dalla nostra regione, l’Umbria, con l’esecuzione – in costumi a tema – della suonata “La Raspa”. La seconda tappa sarà il Veneto, con il brano “Le Mondine”, anch’esso interpretato dagli alunni in abiti tradizionali. Seguirà la Sardegna, con l’esecuzione della sua più famosa e caratteristica ninna nanna, “Ahi Ninnora”. Antichissima e cantata esclusivamente dalle donne – madri, sorelle, nonne o madrine – questa dolce e ammaliante nenia cela tra le parole e gli sguardi un antico incantesimo: quello del sonno. La donna è l’incantatrice, il bambino è l’incantato. Dalla Sardegna si passerà poi alla Sicilia, con il celebre brano “Ciuri Ciuri”.
Il termine “ciuri”, in dialetto siciliano, significa “fiori”, e rappresenta la vita, la rinascita e la bellezza spontanea della natura. Dopo l’allegra, ritmata e coralmente ballata “Romagna Mia”, sarà la volta della Puglia, con un brano travolgente di pizzica: “Lu Core Meu”. Uno dei canti più noti della tradizione salentina, basato sul ritmo veloce della tarantella e su un impianto armonico di soli due accordi, secondo la più autentica tradizione popolare. Una vecchia storia d’amore riproposta con passione e bravura dagli alunni.
A seguire, grazie alla sapiente regia musicale della sempre incantevole maestra Carlotta, sarà il momento della “Tarantella Napoletana”, eseguita in costume.
Il nome “tarantella” deriva da “taranta”, un ragno velenoso tipico delle campagne del sud Italia, attorno al quale si sviluppava un antico rito terapeutico danzante. Lo spettacolo si concluderà con una delle più famose ballate in dialetto romanesco: “La Società dei Magnaccioni”, canzone che si pone a metà strada tra lo stornello e la canzone popolare, con linguaggio semplice e diretto, proprio del popolino de Roma.
Gran finale
Come saluto finale, gli alunni delle classi quinte eseguiranno “L’Inno alla Gioia”, adattamento di Mameli, per concludere il loro lungo viaggio tra colori, suoni e note della penisola. Un modo speciale per dire addio alla scuola primaria, che per cinque anni li ha accompagnati con amore e dedizione, come una seconda famiglia: amorevole, presente, indimenticabile.









