
Come Segreteria del Partito Democratico di Orvieto, abbiamo scelto di aderire alla manifestazione promossa dal Coordinamento Orvietano per la Palestina, il 14 giugno alle ore 17.30, e lo faremo come cittadini prima che come militanti, come donne e uomini che credono nella giustizia prima ancora che nella politica.
Non porteremo bandiere. Non perché ci vergogniamo della nostra storia, ma perché c’è una misura della sofferenza che non ha bisogno di simboli. La morte di migliaia di civili palestinesi, la distruzione sistematica di un popolo, l’umiliazione quotidiana di chi sopravvive tra le macerie non sono oggetto di dibattito: sono una ferita aperta che attraversa la coscienza di chiunque non abbia ceduto all’indifferenza.
Non abbiamo bisogno di aggiungere una posizione “di parte” al rumore di fondo delle opinioni: vogliamo che il nostro gesto sia semplice, umano, radicale nella sua sobrietà. Stare dalla parte dei civili, sempre. Stare con chi perde la casa, la scuola, l’acqua, la vita. Stare con chi è costretto a contare i morti senza poterli seppellire.
Siamo consapevoli della complessità geopolitica del conflitto, delle sue stratificazioni storiche, delle responsabilità diffuse. Ma c’è un confine tra complessità e ambiguità. E questo confine, oggi, si chiama diritto internazionale, si chiama tutela dei diritti umani, si chiama capacità di indignarsi di fronte a ciò che è disumano. Nessuna ragione di Stato, nessuna paura, nessun calcolo strategico può giustificare il massacro di un’intera popolazione. Per questo il Partito Democratico di Orvieto sarà presente, con compostezza, con sobrietà, con fermezza, per riconoscere il valore civile di quella piazza. Non per strumentalizzare un dolore, ma per restituirgli almeno il rispetto della nostra presenza. Non è una questione di partiti: è una questione di umanità.
Abbiamo imparato che la democrazia non si difende solo nelle aule istituzionali, ma anche quando si ha il coraggio di uscire in strada per dire “non nel nostro nome”. Non nel nostro nome si può legittimare l’annientamento di un popolo. Non nel nostro nome si può normalizzare l’orrore. Non nel nostro nome si può tacere. Perché tacere, oggi, sarebbe come restare neutrali su chi ha diritto a vivere e chi no. E noi non siamo neutrali. Siamo dalla parte della pace, della vita, della giustizia. Siamo, semplicemente, umani. E questo ci basta per esserci.
Partito Democratico di Orvieto








