Venerdì 9 maggio, alle ore 10.30, presso il Bar Montanucci, Corso Cavour 23, è stato presentato il nuovo numero di Lettera Orvietana, la rivista smart curata dall’Istituto Storico Artistico Orvietano. A partire da questo numero la rivista avrà una nuova veste, progettata dal Direttore Editoriale delle pubblicazioni ISAO: Mino Lorusso, già presidente dei giornalisti umbri ed ex giornalista della TGR dell’Umbria. Il ventaglio delle opzioni giornalistiche si è oltremodo ampliato guardando specialmente alla contemporaneità.
L’articolo di fondo di Mino Lorusso (Il valore della memoria) illustra i capisaldi del programma culturale per questa nuova avventura editoriale. La memoria esiste da sempre? Certo, perché è in fondo la madre di tante altre attività umane a partire dall’arte, dalla filosofia, dalla letteratura. E, viceversa, l’assenza di memoria annulla ogni capacità umana di rapportarsi col tempo.
Concetti sempre presenti fin dalla redazione dello Statuto ISAO dell’8 settembre 1944. Sono gli stessi obiettivi che la nostra Costituzione ha individuato, quasi 80 anni fa, su questa linea. A questa considerazione si ricollega Il discorso sulla Costituzione di Pietro Calamandrei e qui pubblicato per la prima volta: finora era rimasta inedita questa esortazione ai giovani a studiare, comprendere ed amare la nostra carta costituzionale.
Altro collaboratore prezioso: Mario Squadroni, ora docente universitario e già Soprintendente regionale archivistico, in occasione del settimo centenario dalla morte di san Francesco, ricorda il percorso degli studi sul santo a partire dal 1981 (in occasione del centenario della nascita), e illustra quello schema molto fecondo che coinvolse un grande numero di studiosi e di istituzioni: VIII Centenario di san Francesco e il suo archivio.
Per quanto riguarda il settore dell’economia, fondamentale il contributo di Dario Antiseri (La Scuola francescana e la genesi del capitalismo) che mette in chiaro come i primi accenni della visione capitalistica non provengano dall’ambito della Riforma Protestante, ma dalla scuola francescana: Pietro di Giovanni Olivi e Alessandro di Alessandria, a cavallo del 1300, a fronte della proibizione canonica dell’usura, cominciarono a distinguere tra prestito tout court e prestito finalizzato ad un programma produttivo: e non a caso da allora iniziarono a nascere, sulla base di queste idee, i primi Monti di Pietà e i primi Monti Frumentari.
La rubrica Lo Scaffale, curata da Gianluca Prosperi, come prima uscita analizza gli atti del convegno su L’attualità del giornalismo di Luigi Salvatorelli. Citiamo anche Il Castello di Pantalla, studiato da Luciana Antoniella; e Pietro da Praga, il peso del dubbio e il viaggio come scoperta, di Mario Morcellini, innestato sulla tradizione del Miracolo di Bolsena, ma interpretato anche come quel viaggio che possiamo concepire anche oggi nell’ottica del pellegrinaggio: e che diventa ancora più attuale, nella nostra atmosfera giubilare del 2025, se riflettiamo che ogni viaggio significa pensare, cercare e pregare.
Ancora: Il luogo come paesaggio e come scenario sociale, di Raffaele Federici. Ragionamento che vale specialmente per gli umbri, perché la natura non è un mero ambiente esterno, ma la quinta del grande teatro del dramma umano: la grande bellezza! Tra tutela e valorizzazione, l’argomento che affronta anche Emilio Quadrani, ripercorrendo la legislazione italiana sul tema della difesa del paesaggio a partire dalla legge Bottai, la 1497 del 1939, poi ben collegata all’entrata in vigore della Costituzione che, nell’articolo 9, dimostra chiaramente la relazione tra cultura, paesaggio e beni storici artistici: appunto un unicum che possiamo a ragione chiamare La Grande Bellezza (anche se oggi a molti può apparire come una frase fatta). Sempre in tema di protezione delle bellezze naturali, Luigi Foglietti (Un’amicizia patriottica: l’Umbria ricorda Manzoni e Quintino Sella) mette in luce i ruoli del primo, grande camminatore, e di Sella, come fondatore del Club Alpino Italiano, in quanto fautori della comprensione del paesaggio e quindi del suo rispetto.
Velocemente ricordiamo i contributi di Francesco Luisi, La Colonia Augusta degli Arcadi, cioè i componenti dell’Arcadia in Umbria. Riguardanti infine Orvieto e il suo territorio sono i contributi di Alessandra Cannistrà col saggio Giubileo e reliquie (e reliquiari), e di Raffaele Davanzo su Il Significato della centralità geografica (In medio Italiae) visto che recentemente Orvieto (la zona industriale di Bardano) è stata riconosciuta come il baricentro geografico della Repubblica Italiana, a seguito di accurati calcoli basati su rilevazioni satellitari integrate con la trigonometria sferica.










