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Home Cultura

Insieme per le libertà e i diritti. Vasta partecipazione e apprezzamento per lo spettacolo “Alla ri-scoperta delle Madri Costituenti”

Redazione by Redazione
27 Maggio 2025
in Cultura, Secondarie, Archivio notizie
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di Laura Ricci
Il 2 giugno 1946 segna, nella storia d’Italia, più di un dato rilevante: si celebrano le prime libere elezioni dal 1924, con diritto di voto per tutti i cittadini italiani maggiorenni (all’epoca d’età superiore a 21 anni) e, per la prima volta su scala nazionale, anche per tutte le cittadine donne, che nel marzo dello stesso 1946 avevano già potuto esprimere la loro volontà politica alle elezioni amministrative. Contemporaneamente, a elettori e elettrici vengono consegnate le schede per la scelta fra monarchia e repubblica e per l’elezione dei deputati dell’Assemblea Costituente, a cui sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale. Nasce così la Repubblica italiana e sono 556 i deputati eletti: tra loro 21 donne, che prendono parte ai lavori che fra il 25 giugno 1946 e il 31 gennaio 1948 danno vita alla carta costituzionale della neonata repubblica e, più in generale, all’azione dei governi che si susseguono in quel periodo. Un numero esiguo, eppure autorevole e fondamentale, che porta lo sguardo e l’esperienza femminili all’interno della vita politica nazionale, dando un contributo determinante al principale atto fondativo della nostra democrazia e, più in generale, all’attività legislativa della prima repubblica.

Adele Bei, Bianca Bianchi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Maria De Unterrichter Jervolino, Filomena Delli Castelli, Maria Federici Agamben, Nadia Gallico Spano, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Nilde Iotti, Teresa Mattei, Angelina Merlin, Angiola Minella Molinari, Rita Montagnana, Maria Nicotra Verzotto, Teresa Noce, Ottavia Penna Buscemi, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi, Vittoria Titomanlio: sono queste 21 donne che lo spettacolo “Alla Ri- scoperta delle Madri Costituenti” ha voluto ricordare a Orvieto la scorsa domenica 25 maggio, in un’iniziativa molto partecipata alla Sala del Carmine promossa dall’associazione culturale Il Filo di Eloisa in collaborazione con Anpi Orvieto, Articolo 21 e Spi-Cgil, con l’adesione di un vasto cartello di altre associazioni socio-culturali attive in città (Collettivo Teatro Animazione, L’Albero di Antonia, Associazione "Io ci sono per;, Associazione Nova, Associazione Lettori Portatili, Cellula Orvieto Associazione Luca Coscioni; Il Quadrifoglio; Cooperativa sociale, C.O.S.P., Abitare Orvieto, Cesvol Umbria).

L’appassionante lettura drammatizzata, prodotta dall’associazione Battiti attraverso un laboratorio teatrale tenuto a Vetralla, ha restituito in modo emozionante e significativo la vita politica e personale di queste nostre Madri Costituenti, che nello spettacolo si raccontano in prima persona ripercorrendo gli anni giovanili della formazione, l’impegno successivo da operaie, insegnanti, femministe, sindacaliste, giornaliste, intellettuali, talora partigiane, gli ideali e i disegni di legge ostinatamente perseguiti, le associazioni, i movimenti e le riviste fondate, come ad esempio l’UDI e la rivista “Noi donne”, l’apporto ideale e materiale dato, spesso in situazioni conflittuali, ai partiti di appartenenza. Donne di diversa estrazione partitica, e per questo di visioni non sempre coincidenti, ma che seppero trovare nel confronto, nella fedeltà a una visione di genere e nella consapevolezza di una necessaria affermazione del valore e della pari dignità del sesso femminile, un fruttuoso appoggio reciproco. Emergono, senza vittimismi e piagnistei, ma semmai con orgoglio battagliero e con dissacrante ironia, anche le difficoltà o le bizzarre circostanze incontrate in ambienti in cui non era mai stata contemplata, fino ad allora, la presenza femminile.

Come la regista Sylvia Milton ha spiegato, le partecipanti al laboratorio sono partite dall’estrarre a sorte le Madri Costituenti in cui immedesimarsi, per poi passare a un lavoro di ricerca, di scrittura biografica e di interpretazione sulle stesse. Un lavoro collettivo di grande impegno e valore, che è andato ben oltre i tradizionali compiti di interpretazione e regia, e che con accenti appassionati e variegati ha fatto riemergere egregiamente queste
donne talvolta dimenticate e, insieme al loro operato, la necessità della memoria di quelle conquiste di libertà e di diritti che non dobbiamo mai dare per scontate o definitivamente acquisite.
Tutte valide ed efficaci le lettrici, che hanno saputo ben restituire la personalità e la forza di queste donne straordinarie, e la loro dedizione rigorosa e entusiasta nella consapevolezza di essere artefici della costruzione di un momento basilare della storia del Paese e delle donne. Sul palco Vincenza Basta, Maria Concetta Caracappa, Elvira Federici, Stefania Giommi, Paola Marinaro, Elena Porcari, Giorgia Ragonesi, Elisa Russo, Anna Maria Sersale, Marcella Taccini e, in queta performance orvietana, Loretta Fuccello, che ha anche introdotto lo spettacolo a nome del Filo di Eloisa, insieme a Fabrizio Cortoni, presidente di Anpi Orvieto, e ad Anna Maria Laudadio, responsabile dello Spi-Cgil.
L’iniziativa, molto apprezzata dal numeroso pubblico presente, ha mostrato quanto siano fruttuose e importanti, nel vasto panorama associativo orvietano, la condivisione e la collaborazione su momenti e temi legati da ideali e finalità comuni.

Non è mancato, in questo clima di condivisione dei valori di libertà, diritti, lotta alle disuguaglianze, un’esortazione al voto per i prossimi referendum dell’8 e del 9 giugno, né tantomeno un accorato appello per la drammatica situazione del popolo palestinese, a cui gli organizzatori hanno voluto dedicare l’evento, rammentando in particolare tutte le madri che stanno perdendo le loro vite e quelle dei loro figli e figlie, come la pediatra Sheir al-Najjiar che ha perso in un bombardamento ben nove dei suoi dieci figli. “Ogni gesto, ogni simbolo, ogni parola che possiamo pronunciare oggi di fronte a questo ingiusto, disumano sterminio perpetrato nei confronti di un popolo ridotto alla fame ma non piegato nella sua dignità, è significativo e utile – hanno affermato – perché ci permette di sostenere che non vogliamo rinunciare alla nostra umanità”.
Un commosso ricordo è andato anche ad Ali Rashid, uomo di pace recentemente scomparso che, esule dalla Palestina, per tanti anni abbiamo avuto il privilegio di ospitare a Orvieto, con alcune parole che, pensando al futuro, le stesse Madri ci hanno consegnato: “La speranza è un obbligo morale. Per creare un futuro che non è più certezza, ma pura ipotesi. Il futuro ci sarà se lo avremo creato”.

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