Nell’ultima seduta del consiglio comunale è stato chiaro a tutti chi si è battuto e si sta battendo per il bene di Orvieto e della sua comunità e chi è invece pronto a tornare al passato e voltare lo sguardo per chinare la testa di fronte alle ideologie e agli ordini di partito. L’opposizione, con il Pd in testa, ha bocciato la mozione che dava mandato al sindaco, anche nella veste di vicepresidente dell’Auri, di far rispettare l’attuazione del Piano regionale dei rifiuti e di far riattivare l’iter di realizzazione del termovalorizzatore per evitare ogni possibile futuro ampliamento della discarica di Orvieto.
Una preoccupante e irresponsabile presa di posizione contro gli interessi di questo territorio giustificata in maniera risibile con la necessità della nuova giunta regionale di prendere tempo per studiare la situazione.
Ma mentre loro studiano, una legge regionale approvata nel 2023 – quale è il Piano dei rifiuti – è stata bloccata impropriamente dall’Auri che dovrebbe essere un organo tecnico e il rischio che Orvieto torni a essere penalizzata cresce sempre di più. Perché quel piano, dopo anni di dannose non scelte e in seguito ad approfondite analisi tecniche, individuava una soluzione chiara per la chiusura del ciclo dei rifiuti superando finalmente il sistema imperniato sulle sole discariche contro ogni normativa europea.
La verità è che il Pd, che a Roma e in Sardegna costruisce termovalorizzatori, in Umbria è ostaggio del M5S e dell’estrema sinistra per motivi ideologici. La verità è che non c’è uno straccio di soluzione alternativa concreta e che la raccolta differenziata, come dimostrano i numeri, da sola non basta.
L’amara verità è che perdendo tempo, come si sta facendo, si riaprirà la questione del terzo calanco. E a difendere Orvieto non ci sarà certo il Pd, pronto ad avallare come in passato l’ennesimo ampliamento de Le Crete, né tantomeno la componente civica della minoranza che, con il solito atteggiamento mellifluo, a parole si dice a favore del termovalorizzatore ma poi arrampicandosi sugli specchi si rifiuta di dare forza al sindaco e all’intero consiglio comunale in questa battaglia denotando scarso rispetto per le istituzioni e in primis per la città.
Gruppo consiliare CIVITAS