Nell’immaginario collettivo della maggior parte degli orvietani, Orvieto Scalo è un coacervo di strade e di case compreso tra la stazione ferroviaria e il casello dell’autostrada, un anonimo “non luogo” da attraversare, il più velocemente possibile in auto, diretti altrove e che, ogni tanto, è alluvionato dall’errante fiume Paglia. Ma, facendo “mente locale”, si riconoscono zone caratteristiche, per periodo di costruzione o funzionalità, che danno al quartiere il carattere di un mosaico; e tocca ammettere pure che Orvieto Scalo è abitato.
Se si vuol comprendere cos’è Orvieto Scalo, bisogna riconnettere le parti edificate, spesso in spazi di risulta tra il fiume, la rupe e le infrastrutture viarie, alle storie delle persone che qui abitano, vivono, studiano, lavorano. “Orvieto Scalo il quartiere (in)visibile” è un laboratorio per osservare, descrivere, ricostruire, riflettere, comprendere, proporre. Si basa sui metodi dell’etnografia e della storia orale e procede per passeggiate patrimoniali, interviste, incontri, focus group, riunioni di rielaborazione. Occasioni di ricerca-intervento e di “conricerca”.