La Repubblica italiana, nella Costituzione, “Riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Questo, negli ultimi anni, non sta valendo molto per i pendolari, che si trovano a dover vivere, quotidianamente, profondi disagi nell’andare e nel tornare dal lavoro.
Tra i più “colpiti” ci sono gli orvietani che dopo un’estate rovente, non solo a livello climatico, ma anche per i tempi di percorrenza dei treni, dal 7 gennaio si trovano in una situazione di precarietà totale, anche causata dai lavori sulla linea direttissima, tra Gallese e Capena, oltre che tra Settebagni e Tiburtina, e sulla linea convenzionale, a Ponticelli. Cantieri che stanno variando orari, tempi e fermate. I treni che servono la stazione Orvieto, infatti, tra Regionali, Regionali Veloci e Intercity, sono stati oggetto di una rimodulazione complessiva che sta causando gravi difficoltà non solo ai pendolari, ma anche turisti e viaggiatori occasionali.
Entrando nel dettaglio: Orvieto è servita da due linee ferroviarie sulla direttrice Roma Firenze, la linea convenzionale detta anche lenta e la linea AV/AC (Alta Velocità/Alta Capacità), meglio conosciuta come Direttissima. Per quanto riguarda i treni, invece, la stazione è servita da treni Intercity, che fanno capo al Ministero dei trasporti, e da servizi Regionali. Solo una minima parte dei treni Regionali che vi fermano, però, ricade nel contratto di servizio della Regione Umbria, mentre la maggior parte è inserita nel contratto di servizio della Regione Toscana. Un fatto questo che crea una complessità di confronto, nel momento in cui si rende necessario individuare soluzioni alle criticità che interessano il servizio ferroviario sul territorio.
Dunque, i pendolari orvietani sono doppiamente penalizzati perché gli Intercity, che fermano a Orvieto, subiscono rallentamenti e significativi aumenti dei tempi di percorrenza, dovuti ad un sistematico instradamento sulla linea convenzionale tra Settebagni e Orte (da orario sono stimati 20 minuti, ma nella realtà quasi quotidianamente diventano 30 o 40 minuti), ma la stessa cosa capita anche ai Regionali Veloci ai quali, a volte, viene pure limitata la tratta.
Beffa nella beffa, perché sono proprio i convogli con obbligo di servizio pubblico e ricadenti nel servizio universale a vivere queste gravi limitazioni, soprattutto nelle fasce orarie di rientro dal lavoro, in favore dei treni ad Alta Velocità che, come tutti ben sanno, sono a mercato e non hanno limitazioni, anche se in forte ritardo. E qui viene da chiedersi come RFI, gestore della rete nazionale, si regoli su chi può o non può accedere alla Direttissima, tanto più se in ritardo.
La situazione dei pendolari non migliora all’arrivo in stazione quando si trovano “accolti” da binari con pensiline limitate e da un parcheggio che, nonostante il rifacimento dell’impianto di illuminazione, necessita di un profondo intervento di riqualificazione. Nel più lungo periodo auspichiamo che venga riaperto il tavolo di concertazione tra Comune, Regione e Imprese Ferroviarie e che vengano accolte le nostre richieste, già presentate e sinora disattese. Nell’ immediato chiediamo il ripristino del collegamento del primo pomeriggio da Roma e precisamente il RV 4104 per Firenze, delle ore 15.02, che a seguito dei lavori si è deciso di limitare ad Orte. Chiediamo altresì l’instradamento in Direttissima dell’Intercity 598 e del Regionale Veloce 4106 e il ripristino alla situazione ante 7 gennaio a cantieri conclusi.
Comitato Pendolari Roma-Firenze