di Fausto Ermini
Non tutti sanno quale sia il “filo conduttore” che lega Monterubiaglio a Montefiascone. Al di là del toponimo affine che richiama esplicitamente il posizionamento collinare, c’è una famiglia e una storia imprenditoriale originalissima che vale la pena conoscere. Siamo negli anni ’60 e la famiglia è quella di Paris Sabatini, imprenditore edile a Roma ma originario di Monterubiaglio, frazione di Castel Viscardo. La presenza di acque minerali nel territorio di Castel Viscardo veniva dettagliatamente descritta già nella “Carta Idrografica d’Italia” relativa al fiume Tevere pubblicata nel 1908 dal Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Le acque segnalate si presentavano su una superficie di circa un ettaro nel versante in destra idrografica del torrente Paglia sotto Castel Viscardo.
I toponimi dei luoghi come Piscina, Bagnaccio, Fosso Pisciarello, Caldana, Pozzangone, Macchia del Pozzo, costituiscono ancora oggi un esplicito richiamo alla diffusa presenza dell’acqua. Le acque con le loro specifiche proprietà benefiche da sempre venivano utilizzate dalla popolazione locale. Non esistevano però strutture che ne favorissero la fruizione e ne consentissero la valorizzazione, anche a beneficio dell’economia del luogo. Solo negli anni Sessanta, per iniziativa di Paris Sabatini, inizia lo sfruttamento termale delle acque. Risulta favorevole l’esito delle indagini geologiche iniziate nel 1963 e concluse nel 1965. Viene perforato un pozzo di 114 metri per l’attingimento in falda di un’acqua termominerale salso-bromo-iodica a temperatura a bocca pozzo di 46°. Nel frattempo (1963) era stata effettuata dal prof. Mario Talenti di Roma l’analisi chimica delle acque.
Il coraggioso e innovativo imprenditore, forte della conoscenza dettagliata dei luoghi d’infanzia e della sua professione di imprenditore edile in contesti di grandi dimensioni, può iniziare la costruzione del “Complesso Turistico Sabatini” (CTS). A tal fine individua la località “Cannelletto”nelle vicinanze di Monterubiaglio. Con la disponibilità dell’acqua inizia pertanto la costruzione di alcune piscine all’aperto e dell’edificio destinato ad ospitare i servizi di accoglienza e ristoro. In occasione dei corposi necessari lavori di sbancamento vengono rinvenuti consistenti e significativi reperti archeologici. Gli approfondimenti storici dell’epoca portano verosimilmente ad ipotizzare la presenza di un probabile complesso termale (acque solfuree e ferruginose) dell’epoca di Tiberio. Scatta a questo punto la geniale intuizione di marketing ante litteram. Un’accattivante denominazione “Fonti di Tiberio” allude con malizia alla mitologica origine dei bagni di Monterubiaglio per volontà di Tiberio, “imperatore di Capri”.
Inoltre la novità della struttura, la sua posizione appartata, l’efficace promozione sono ingredienti di base che ne decretano l’iniziale successo unitamente a: il Casello A1 di Orvieto aperto proprio nel 1964. Il Casello, distante appena un quarto d’ora d’auto dalle Terme, poteva intercettare un flusso nord-sud molto più rapido e consistente ormai definitivamente spostato dalla vecchia strada consolare Cassia; personaggi dello spettacolo che gravitavano a Roma nell’ambiente di Cinecittà e della televisione. Frequentazioni così di rilievo, facilitate da rapporti professionali e personali di Sabatini, moltiplicano la visibilità sui giornali e i media dell’epoca.
La notorietà rapidamente acquisita, svanisce però altrettanto rapidamente per problemi sorti nel funzionamento dell’impianto termale e nella gestione del complesso. Il “Centro Turistico Sabatini”, che aveva cominciato ad operare come struttura termale in base alla concessione ottenuta nel 1965, cessa l’attività nel 1969 per fallimento del concessionario. Nel silenzio che ha avvolto questa esperienza non è dato conoscere con esattezza né la dinamica di questa dismissione, né la mancata riproposizione in altre forme o con altri soggetti dell’attività termale.
La presenza dell’unica acqua ipertermale nel territorio regionale, la strategica localizzazione del sito nel corridoio di attraversamento longitudinale del paese, la limitata concorrenza a quel tempo di altre strutture con analoghe caratteristiche, sono tutti elementi che avrebbero potuto invogliare molti soggetti ad assumere l’iniziativa per il rilancio delle “Fonti di Tiberio”. Nei decenni seguenti purtroppo tutte le compagini politiche/amministrative che si candidano ad amministrare il Comune di Castel Viscardo lo indicano come obiettivo di rilievo. Nessuno riesce però a ricondurre un reale concreto interesse attorno al sito. Il complesso cade infatti nel più completo abbandono. Nel 2010 dopo la chiusura di lunghi procedimenti legali, il Servizio Risorse idriche della Regione dell’Umbria prende in consegna i Pozzi di acqua minerale e le relative pertinenze minerarie del sito “Fonti di Tiberio” di Monterubiaglio. I tecnici della Regione li consegnano in custodia al comune di Castel Viscardo. Oggi a testimonianza della presenza di acque calde rimane soltanto un obsoleto e diruto impianto termale.
La famiglia Sabatini però, ormai esaurita l’esperienza termale/ricettiva del CTS, inizia negli anni ’70 un’ altrettanto “leggendaria” esperienza sempre nel paesino di Monterubiaglio. Il figlio di Paris, Claudio Sabatini rileva e riadatta un immobile in Loc. “le Coste” con ampi spazi. Al piano superiore crea camere. Ma al piano terra inventa letteralmente un locale per l’epoca fuori da ogni schema in zona, “Il Pub”. Metà ristorante/pizzeria, metà discoteca, fruibile come birreria o anche solo come sala convegni. Un’architettura garbata ma originalissima di archi in pietra e mattoni locali si sposa con arredi rustici di castagno massello e luci soffuse. Tutte le proposte gastronomiche vengono ispirate dalla tradizione locale, con affondi evidenti negli ultimi epigoni di un’ancora superstite cultura contadina. L’esperienza col padre al CTS permette di recuperare non solo esperienze professionali di pregio ma perfino contatti originali con personaggi dello spettacolo soprattutto in area romana. Il successo, non solo tra i giovani, è enorme/immediato. Per i giornali locali Monterubiaglio diventa esplicitamente per circa un ventennio“…la Las Vegas dell’Alfina”. Del tutto assenti problemi seri di ordine pubblico e stupefacenti, come a volte purtroppo usuale in locali simili.
L’opportunità si tinge in parte anche di positivi connotati sociali e inclusivi. Sempre in Monterubiaglio a due passi è infatti attivissimo il Collegio dove Don Marzio Miscetti ospita bambini e ragazzi in difficoltà. Per molti di loro un locale come il “Pub” è l’occasione per qualche lavoretto vicino, per imparare a suonare, soprattutto per socializzare. Emblematico il caso di Vincenzo, detto “nove settimane e mezzo”, competente disk-jokey nonché infaticabile cameriere. Ma è ancora più emblematico un articolo, pubblicato in un sito locale che generò centinaia di commenti e di ricordi nostalgici. Il Pub non si dimentica! di Alessandro Del Pinto: Non solo le persone ci restano nel cuore ma anche quei luoghi in cui le persone crescono e condividono i momenti della propria vita.
Il Pub ha ispirato tanti di noi (proprio lì abbiamo cominciato a suonare), tante storie d’amore, trasgressione, passione. Ha creato magiche sinergie che si sono poi evolute nel tempo e impresse nella memoria di tutti. Ognuno di noi potrebbe raccontare decine di esperienze indimenticabili. Per non parlare di quello che potrebbero “riesumare” i nostri Padri. Non solo i Monterubiagliesi lo ricordano con un sentimento di grande nostalgia ma anche molti “stranieri” spesso lo rievocano, decantandone le piacevoli atmosfere come fossero in preda a strane visioni…il Pub rimane unico nella nostra storia. Il Pub è vivo nei nostri ricordi, nei nostri pensieri e soprattutto nei nostri progetti…facciamo che non resti solo un sogno. Quello che ci stringe un nodo in gola è proprio vederlo lì, solo, inanimato. Eppure il Pub è lì…anche se apparentemente morto.
Anche il “Pub” infatti dopo tanti anni chiude i battenti. Come nel caso del CTS per vari motivi nessun altro imprenditore riesce a prendere in gestione l’attività. Tutta la struttura conosce ancora oggi uno stato di desolante completo abbandono. Incerti appaiono addirittura gli attuali contorni della proprietà del locale. La famiglia Sabatini trasferisce le proprie attività nella vicina Montefiascone intorno al 1993.
“Non ci ho mai lavorato”, mi confessò Claudio. Ma aveva appena preso in gestione un centralissimo localino tutto archi e pietre ad inizio Verentana. Quasi un “Pub” in miniatura, che poi gestirà il figlio per alcuni anni. Invece il padre poco dopo identifica un ampio locale dismesso e tutto sommato anonimo sul Corso Cavour. Lo chiama “Borgo Antico”, di sicuro in linea con l’antica denominazione di “Borgo Maggiore” della strada.
“Gli cambio arredo e ci metto qualche faretto” aggiunse minimizzando. Invece le pareti vengono efficacemente dipinte con un’allegoria del Lago di Bolsena visto dal cupolone di Montefiascone, cittadina punto di riferimento non solo storico di tutto il comprensorio. Altre immagini ricordano goliardicamente la tradizione vinicola dei luoghi. Paffuti puttini allegri e col bicchiere in mano controllano dall’alto mucche paciose che ti seguono dovunque con gli occhi. Siamo sempre tra vigneti e cantine piene di botti. Diventa insomma un posto sapientemente caratteristico e rustico dove non si fanno figuracce portando qualche persona.
Entri e già percepisci una sensazione di pulizia. Non è scontato nei ristoranti. Non è scontato in qualsiasi ambiente chiuso come questo che trabocca di soprammobili artigianali e piatti appesi. L’antipasto è casereccio, buono e in linea propositiva rispetto a proposte affini del territorio. I primi, pasta che ha tutta l’aria di essere “tirata” a mano, raggiungono invece il top dei gusti e gradimenti personali. I cannolicchi alla burina restano semplici e irripetibili come quelli di Sari al Pub. Quasi una sorpresa il sorbetto al limone, generalmente altrove quasi impersonale e sicuramente industriale. Qui senti sapori nuovi e mastichi addirittura prelibati pezzetti di buccia.
Sulla stessa linea pure altri dolci e qualche amaro, con un prezzo sempre al di sotto del previsto. Il gestore, di lunghissima tradizione familiare/personale più passano gli anni e più migliora le proposte. Siamo entrati ormai nell’era di internet e tantissime recensioni risultano generose premiando questi questi aspetti di consolidata professionalità casereccia e territoriale. La storia imprenditoriale/familiare dei Sabatini può lanciare diversi messaggi positivi a chiunque, Amministratore o semplice cittadino, sappia e voglia vederli.