Modi simili ma con motivazioni diverse quelle scelte da Alessandro Orchi e Matteo Panattoni dopo i goal che hanno portato l’Orvietana al successo sul Grosseto. La sostanza non cambia: volevano festeggiare l’Orvietana, alla quale entrambi sono molto attaccati liberandosi di un peso che portavano dentro.
Iniziamo dal Prof., Alessandro Orchi (numero 8) che ha messo testa e piede in entrambe le segnature con l’intelligenza calcistica facente parte del suo bagaglio al cui interno a uno spazio ristretto per la dinamicità, fa da contraltare quello, molto più ampio, per contenere il suo senso, della posizione, dello stare in campo e di riferimento per i compagni, specie i più giovani che gli girano intorno.
Fa parte della categoria dei giocatori “pensanti” che guardano anche oltre . Qualità, per non farsi sfuggire le critiche di una minoranza del pubblico. Aspettava la giornata giusta, arrivata ieri, per un urlo liberatorio, senza gesti e parole fuori luogo. Complimenti.
Matteo Panattoni porta sulla maglia il numero 9. Un contrassegno che può condurre alla fama. Ciò, non di meno, ti carica di responsabilità. Fare goal è il suo mestiere, quanto fatto in carriera e ancora più l’anno scorso con il Ponsacco ne ha fatto il giocatore simbolo del mercato estivo dell’Orvietana.
Ragazzo serio, professionale quanto professionista, ha visto il suo impegno, mai venuto meno, poco ripagato dal numero di segnature che, forse, si attendeva lui stesso. Ha temuto, probabilmente , di finire ai margini del progetto, avvitandosi in pensieri un po’ meno sereni. Rizzolo, che conosce il mestiere di attaccante per averlo esercitato e magari subìto, l’ha risparmiato nell’ultimissimo periodo, non inserendolo fra gli undici dal primo minuto. Decisione, svelatasi giusta, per come l’attaccante ha interpretato la partita di ieri. Congratulazioni.
P.S.: Per color che avessero frainteso, queste righe non vogliono esaltare i singoli.
Le ragioni con le quali l’Orvietana sta riscuotendo i favori del pubblico sono merito del lavoro di un gruppo che ha valori e motivazioni similari. Coloro che hanno contribuito a formarlo e poi gestirlo hanno svolto e portano avanti un ottimo lavoro. Rizzolo, l’ultima volta ieri, continua a predicare umiltà e una visione, più possibile realistica del campionato in corso . Ha pienamente ragione. Ieri, però, fino al minuto 72 o 73 sul Muzi aleggiava il timore della sesta sconfitta. Poi, l’esplosione di una gioia prorompente e contagiosa da godere almeno fino alla ripresa degli allenamenti (in pratica finita). (Roberto Pace)
Ph Credits: Rebecca Animobono