All’anagrafe del calcio locale è segnato: “Tifosi Orvietana in trasferta”. A oggi è l’unica “forza” organizzata esterna alla Società che sostiene la squadra in casa e, di solito, in trasferta. I componenti non sono “iron”, piuttosto diversamente giovani animati, però, da un innato spirito goliardico. L’idea, che già serpeggiava da tempo, ottenne la consacrazione un paio d’anni fa a coincidere con la promozione dell’Orvietana in Serie D. Non c’è un vero capo, a tenere le fila è Enrico Maggi che assolve al compito di coordinatore e referente giornalistico nelle partite in trasferta con un servizio in tempo reale sull’andamento delle partite. Enrico aveva trovato ottima sponda in Azor Marricchi, papà di Filippo, ora lontano per seguire il portierone nell’avventura reatina.
Whats App è il mezzo più in uso. Non c’è una sede fisicamente definita ma esiste un punto di ritrovo al quale si alternano luoghi di riunione preferibilmente seduti attorno al tavolo di un punto di ristoro. Il vis-a-vis tra i vari componenti avviene solitamente di martedì e venerdì presso il salone di Mario (Cito), il quale, tra un taglio e uno shampoo s’inserisce nella chiacchierata. La scelta non è del tutto casuale. Infatti, barbieri e acconciatori, lunedì hanno il giorno di riposo. E, spesso, una giornata di riflessione dopo la partita serve, magari, a sbollire rabbia o troppa euforia a seconda del risultato e presentarsi all’incontro con le idee più chiare.
Libertà assoluta, invece, per i commenti via cellulare. Enrico, nostro interlocutore, ne spiega la filosofia: “Il commento da telefonino è divertente perché da modo a ciascuno di sbizzarrirsi secondo convincimenti personali. Non si alza la voce, leggendo quanto scritto dagli altri c’è anche la possibilità di modificare le proprie idee e perfino fare qualche passo indietro“. Lui, in gioventù già Presidente del Moto Club Orvieto, tempo addietro collaboratore nella Segreteria dell’Orvietana, conosce bene certe dinamiche.
“Alcuni di noi già si conoscevano, per altri si è trattato di un primo incontro. Chiaramente, siamo gente che vuole bene all’Orvietana e la vorrebbe sempre più grande, magari facendo scelte che si rivelano, però, poco compatibili con una gestione oculata. Capisci, quindi, come non risulti facile riuscire a far collimare le idee. Siamo un piccolo spaccato di società dove convivono insieme, ristoratore, imprenditore, artigiani, pensionati, genitori di giocatori, infermiere. Quest’ultimo è Gianfranco Chiarapini, che nomino volentieri, in quanto delegato all’organizzazione dei momenti di svago. Fosse per lui, ogni gita o chiacchierata andrebbe accompagnata con una buona mangiata. Alle volte riesce a convincerci (conosce la ristorazione di casa e trasferta come pochi), altre si vede costretto a mollare accettando pizza o panino, specie in trasferta“.
Racconta della sua soddisfazione per il movimento di “tifo giovane” che sembra stia nascendo:
“Noi non vediamo l’ora e dico la verità. Succede che, a noi più grandicelli risulti un po’ complicato immedesimarsi nei loro modi per sostenere la squadra. Siamo nati in epoche diverse ma li appoggiamo di vero cuore“.
Ci stiamo avvicinando al Natale, periodo nel quale i bambini scrivono le letterine. Adesso, ci dici cosa scriveresti tu in una serie di letterine indirizzate nell’ordine a Rizzolo, ai giocatori, al direttore sportivo e alla Società.
Iniziamo con Antonio Rizzolo: “Chiaro, che esprimo pareri personali, non propri del Gruppo di cui stiamo parlando. Stimo Rizzolo ma avrei piacere si facesse sentire di più dai giocatori quando è in panchina. Nonostante la certezza che la partita sia stata preparata prima durante lo svolgimento lo gradirei un po’ più “sanguigno”, in particolare nei momenti in cui la squadra va in difficoltà“.
Passiamo ai giocatori: “A loro non mi sento dover rimproverare nulla. Abbiamo un bel gruppo al quale mando tanti elogi per rendimento e comportamento. Bravi“.
Trasferiamoci dal D.S., Severino Capretti: “Una tiratina d’orecchie, comunque amichevole. In qualche acquisto, a parere mio, è mancata un po’ d’attenzione. Non sono un tecnico, parlo da tifoso e porto, quale esempio un giocatore che se n’è andato, senza aver dimostrato di meritare la categoria. Di contro, mi ha favorevolmente impressionato Coulibaly, ultimo arrivato. Potrà darci una grossa mano, almeno spero“.
Arriviamo al Presidente Biagioli: “Va solamente ringraziato per gli sforzi e la passione che ci sta mettendo. Ho collaborato con la Società e mi rendo conto dei costi e di quanto sia complicata la gestione, non solo della prima squadra, ma di tutto il complesso. Va dato atto a Biagioli per l’ottimo lavoro che sta facendo“.
E al pubblico, di cui sei parte integrante: “Il pubblico, a casa sta facendo bene. Credo sia cresciuto anche sul fatto numerico. In trasferta, purtroppo, siamo sempre troppo pochi pur comprendendo le difficoltà oggettive dovute alla lunghezza delle trasferte cui gli orvietani non erano più abituati dai tempi in cui alla guida della squadra c’era Roberto Borrello. Da allora si è creato un vuoto. Ci vorrà tempo per colmarlo. Contiamo su quel gruppo di cui si parlava che va, ad ogni modo, sostenuto“. (Roberto Pace)