di Renato Piscini
Si adombra una rete estremista planetaria basata non più sulla politica, ma su personalità esterne al dibattito politico stretto. L’Europa con le singole Nazioni stanno in standby in tutto questo, mettendo a repentaglio il sistema economico e culturale del vecchio continente, facendo rimpiangere i natali della cultura umanistica e i grandi personaggi che la storia europea ci ha regalato nel tempo. Come rimediare?!
Il sistema democratico vacilla perché è venuta meno una classe dirigente all’altezza del momento storico che stiamo vivendo. Alla moderazione e alla visione di un sistema si stanno incuneando sovranismi di facciata e autoritarismi velleitari senza una visione di civiltà e umanesimo. I silenzi e l’inerzia del vecchio continente genera mostri. Le buone maniere sono venute meno nei gesti e nell’approccio civile, come il gas non lo si sente e non lo si vede finchè non deflagra, così non ce ne accorgeremo finchè qualcuno ne abusa e diventa letale per la società.
Sembra sfuggire la differenza sostanziale fra un politico dittatore e baldanzoso, più intraprendente, che mostra un’insofferenza per ogni regola che definisce la democrazia e uno democratico. In un mondo frammentato e in subbuglio il tentativo di intrecciare i fili del disordine e legarli insieme abbisogna di un risveglio di realpolitik nell’interesse nazionale ed europeo.
La nostra è una storia e una cultura che ha bisogno di essere ridefinita continuamente per essere compresa dalle nuove generazioni e dal popolo. Non dobbiamo alzare bandiera bianca, specie noi moderati e liberaldemocratici, il risveglio della cultura umanistica e della visione sia la cifra a cui aspirare.
In Umbria siamo riusciti a ricollocare nell’alveo del moderatismo la Regione con una candidata (Proietti) dinamica, moderata, con una visione del fare verso il nuovo. La mancata, per poco, svolta in città deve far rimettere in asse le varie posizioni politiche e sociali che hanno tentato il superamento dello status quo. Sicuramente con l’aiuto della Regione ritroveremo il passo per il fare, per il nuovo, ai fini di un rinnovamento economico e culturale.
Si deve stimolare una discussione pubblica che arrivi a diventare un progetto collettivo, centrato su parole che mancano per un cambio di lessico ai fini del cambiamento. La mappa di impegni primari dovrà riguardare famiglie e giovani, la cultura, l’offerta di lavoro, discussione con imprenditori, e gli anziani. Da tutto questo per puntare sulla forza di una città che ha una storia simbolizzata dal Duomo, il Palazzo del Capitano del Popolo, il Pozzo di San Patrizio, che ci spingono a sentire che la comunità ha il diritto di alzare lo sguardo verso il futuro.