Le Giornate internazionali designate dall’Onu sono uno strumento di sensibilizzazione anche politica su questioni che richiedono consapevolezza ed interventi a supporto. Martedì 3 dicembre ricorrerà la 32esima edizione della Giornata internazionale delle persone con disabilità. Quest’anno il tema proposto all’attenzione generale riguarda la partecipazione diretta della persona con disabilità ai processi decisionali quindi alla promozione della propria leadership in tutti i settori della vita, garanzie di inclusione in tutti gli aspetti della società.
L’inclusione sociale appunto, concetto troppo spesso abusato e travisato, è e deve rimanere il diritto fondamentale per cui le persone con disabilità abbiano riscontri positvi dal punto di vista del benessere personale. Questo Comitato, per definizione e vocazione, non può prescindere da quest’ultimo concetto in quanto strettamente correlato al tema della salute, così come definita dall’OMS (stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia).
Dalla L. 104/92 al D. Lgs 62/2024 tanta strada è stata fatta e parecchia ne dovrà essere percorsa. La via è stata indicata con le ultime linee guida che finalmente mettono al centro la persona e non la sua disabilità che non può essere standardizzata e ridotta a un mero elenco di deficit. Si stima che 1,3 miliardi di persone sperimentano una disabilità significativa, ciò rappresenta il 16% della popolazione mondiale e, purtroppo, le disuguaglianze sanitarie derivano da condizioni ingiuste affrontate dalle persone con disabilità, tra cui stigmatizzazione, discriminazione, povertà, esclusione dall’istruzione e dall’occupazione e dalle barriere affrontate nel sistema sanitario stesso. Il C.O.S.P., nel ricordare la bella iniziativa promossa per domani dal Comune di Montecchio, ricorda quanto sia di fondamentale importanza tenere accesi i riflettori su tutti i temi connessi all’inclusione delle persone con disabilità, che si tratta di contesti socio-culturali, sanitari o correlati alle tante barriere che, nonostante tutto, vanno ancora abbattute. Dapprima quelle sociali, culturali e psicologiche!
Comitato Orvietano per la Salute Pubblica