È necessario premettere che tutti i dati delle singole prestazioni erogate dall’Ospedale di Orvieto sono correttamente registrate statisticamente ed a queste viene associato un valore economico. E’ ciò che chiamiamo il ”valore della produzione” che viene comparato con i costi operativi che lo stesso sopporta, definendo così la positività o negatività dell’esercizio. PrometeOrvieto ha da tempo chiesto di conoscere ufficialmente questi numeri alle autorità, ma non ci vengono forniti. Recentemente abbiamo rinnovato la richiesta in modi formale e, se non ci saranno dati nei tempi stabiliti, provvederemo a presentare una denuncia alla Procura della Repubblica competente.
Nel frattempo, vanno fatte alcune considerazioni:
1) da nostre stime il “valore della produzione” rispetto al periodo pre-Covi sD è ridotto di circa il 40%;
2) si sono in particolare ridotte le prestazioni più complesse, ovviamente quelle più remunerative;
3) la sperimentazione della robotica mobile di seconda generazione, nonostante siano state ultimate le opere di adeguamento strutturale, non è stata mai fatta e le apparecchiature non sono mai arrivate; sarebbe interessante capirne le motivazioni;
4) gli organici sono sottodimensionati e dobbiamo solo ringraziare l’impegno degli operatori se ancora tante attività vengono svolte;
5) tutti gli investimenti sono concentrati nell’ospedale di Foligno che, seppure non dichiarato, diventa l’ospedale a cui quello di Orvieto deve fare riferimento;
6) in tempi preelettorali, poiché molti concittadini del territorio dovevano fare i 124 km che ci separano da questo nosocomio, si sono inventati di far venire degli operatori saltuariamente, anche per piccoli interventi poco più che ambulatoriali per i quali è stata destinata una delle tre sale operatorie già esistenti ad Orvieto;
7) sarebbe interessante capire come viene in questo caso garantita l’attività post operatoria che la “responsabilità medica di équipe” prevede: sono stati stipulati accordi con i sanitari locali?;
8) i lavori di adeguamento del pronto soccorso previsti nel piano del Pnnr non sono ancora iniziati, sarebbe interessante capire se e come verranno fatti;
9) ci risulta che alcuni interventi che prima erano effettuati nel nostro nosocomio siano stati spostati in altri ospedali;
10) appare evidente in queste condizioni il perché i giovani professionisti, nuovi inserimenti, decidano o di non venire oppure di andarsene;
11) le prestazioni diagnostico strumentali sono state passate in gran parte al privato, sono malgestite le prenotazioni, apparecchiature anche di costo banale ritardano ad essere sostituite o fornite (vedi pompa per risonanza magnetica con mezzi di contrasto etc..);
È una menzogna dire che l’ospedale di Orvieto è Dea di primo livello, sono molti i reparti previsti che di fatto a Orvieto sono stati chiusi e le relative prestazioni vengono fornite nell’ospedale di Foligno.
In queste condizioni PrometeOrvieto ritiene che ci siano tutte le premesse per un fortissimo ridimensionamento o addirittura per la chiusura dell’ospedale di Orvieto, che peraltro, a causa delle scelte effettuate, chiude l’esercizio con un forte disavanzo.
I nostri amministratori, invece di baloccarsi con commissioni che tenteranno, bene che vada, di chiudere la porta della stalla quando questa sarà già vuota, sarebbe utile che affrontassero la realtà con trasparenza e nell’interesse dei cittadini. Tutti gli elementi ci sono ed è ancora più grave se chi afferma di conoscerli li nasconde.
PrometeOrvieto