Il Piano regionale Tesei dei rifiuti è franato da solo con la sentenza 673/24 del Tar dell’Umbria. Essendo il Piano centrato sulla chiusura del ciclo tramite termovalorizzazione su un solo impianto da 160.000 ton/anno in decrescita, quello riautorizzato dal Tar su progetto A2A ne prevede altri 420.000 ton/anno, e questo fa saltare qualsiasi pianificazione.
Il Piano Regionale Tesei è morto quando Auri ha chiesto in sede di manifestazione di interesse, che i proponenti si presentassero con la scelta del sito e un qualche titolo di possesso sul terreno, senza nulla a pretendere in caso di bocciatura. Il Piano Tesei ha prestato il fianco al ricorso di A2A quando in sede di VAS ha semplicemente opposto che un inceneritore bastava e già era previsto: il loro, nonostante esistesse una sentenza avversa del Tar Sicilia.
Al contrario la sentenza del Tar Umbria in breve sancisce che la gestione degli impianti di trattamento mediante recupero energetico dei rifiuti, oltre al gestore scelto dal Piano, possono operare anche altri soggetti privati in regime di libera concorrenza. Che implicitamente significa importazione da fuori regione di molti altri rifiuti. Tant’è che il Vicesindaco di Terni Corridore, in una intervista a Ternitoday del 6 scorso, candida la sua città per un 3°impianto (ovviamente sicuro). Se il Piano regionale si è suicidato è grazie ai suoi stessi proponenti, a cui la sentenza del Tribunale ha dato una scappatoia per lenire la loro inadeguatezza a Programmare. Amanti di Orvieto e dell’Umbria!
Le elezioni sono finite, riponete gli arnesi e rettificate i comunicati, perché il tema ora da scongiurare, è come disinnescare la “corsa all’oro” alla termovalorizzazione, prodotta dal vuoto normativo effetto delle sentenze sopra citate. Oppure, nelle dovute sedi istituzionali chiarire cosa significa che il bosco non è più un ostacolo all’ampliamento della discarica, frase sentita da Acea che più volte mi è tornata alla mente.
Concludo misurando la distanza tra dire e fare dell’Amministrazione Comunale, registrando l’ennesimo depotenziamento dell’ufficio ambiente comunale: uno dei due tecnici istruttori ha vinto una progressione verticale in altro incarico ed il responsabile storico del servizio è praticamente in pensione. Che significa tutto questo?
Giancarlo Imbastoni.