Un’animata partecipazione quella riscontrata giovedì 14 novembre, presso Lo Scalo Community Hub, all’incontro organizzato dall’associazione Nova sul tema “Termovalorizzatore e discarica: la gestione dei rifiuti in Umbria”. L’obiettivo che ha guidato la serata è stato quello di affrontare un argomento complesso con un approccio basato su dati ed evidenze scientifiche attraverso il confronto tra figure competenti e provenienti da contesti diversi tra loro.
Monica Tommasi, Presidente di Amici della Terra e Giorgio Custodi, Responsabile del coordinamento tecnico di Acea Ambiente, hanno articolato le proprie argomentazioni rispetto ai nodi tematici evidenziati da Nova, per poi confrontarsi con gli interventi del pubblico. Si è affrontata la questione dell’impatto ambientale di un termovalorizzatore di ultima generazione in confronto a quello di una discarica di ultima generazione, si è discusso della possibilità di arrivare al 100% di rifiuto effettivamente riciclato, di alternative alla realizzazione di un nuovo termovalorizzatore per la chiusura del ciclo dei rifiuti e del corretto dimensionamento dell’impianto previsto dal Piano Regionale Rifiuti rispetto alle esigenze di smaltimento dell’Umbria.
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Nova ritiene che, rispetto al tema dei rifiuti, la direzione da percorrere sia quella di un deciso sostegno a politiche di educazione a stili di vita non consumistici, prevenzione nella produzione, lotta agli sprechi, promozione del riuso, miglioramento della differenziata e dei processi di riciclo. Al tempo stesso si deve avere l’onestà di riconoscere che esiste una quota di rifiuti non ulteriormente recuperabile e, ad oggi, per questa quota le uniche alternative di trattamento sono lo smaltimento in discarica o la termovalorizzazione. Le evidenze scientifiche mostrano come l’impatto ambientale di quest’ultima – laddove realizzata attraverso un impianto di ultima generazione – sia nettamente inferiore rispetto a quello del ricorso alla discarica più moderna.
Nova – anche alla luce del più recente rapporto Ispra – crede sia possibile conciliare politiche rigorose di riduzione/riciclo del rifiuto con il ricorso alla termovalorizzazione per la frazione non più recuperabile al fine di abbattere drasticamente il conferimento in discarica fino a soglie residuali (ben al di sotto dell’obiettivo del 10% fissato per il 2035) come avviene in alcuni paesi europei (vedi grafico).