Come promesso, torniamo a parlare di Casa di Comunità. Lo facciamo per cercare di spiegare in concreto cosa sarà e cosa implicherà la sua apertura.
– Chi e cosa ci troveremo dentro
1) Medici
Chi saranno questi medici? A rotazione verranno degli specialisti ambulatoriali dall’ospedale, quelli che si occupano delle malattie croniche più diffuse nella popolazione: a volte ci sarà un cardiologo, altre uno pneumologo, un diabetologo e così via. Il servizio medico ordinario diurno sarà però garantito dai Medici di Medicina Generale, ossia i medici di base; quella notturno dalla Continuità Assistenziale, la ex guardia medica. Questo punto è essenziale: troveremo meno spesso i medici di base nei loro studi, perché dovranno svolgere una parte del loro monte ore nella Casa di Comunità. C’è però da dire che le Regioni stanno facendo molta fatica a convincere i medici di famiglia a “trasferirsi” nelle case di comunità, perché da contratto non sono obbligati ad andarci. Ciononostante, le possibilità sono solo due: o alla fine verranno convinti, probabilmente con incentivi economici, a lavorare anche nella casa di comunità, e quindi li troveremo meno nei loro studi, oppure la casa di comunità non potrà funzionare. La stessa cosa vale per i pediatri di libera scelta, che dovranno passare altrettante ore nella casa di comunità. Questo è un primo punto su cui vogliamo far passare consapevolezza, e su cui chiediamo: cosa sta facendo la Regione Umbria per convincere i medici di famiglia? L’altro lato della medaglia che ci teniamo a sottolineare è che le visite nella casa di comunità saranno “potenziate” rispetto a quelle classiche negli studi nei medici di famiglia. Qua, infatti, i medici avranno a disposizione della strumentazione (ecografi, elettrocardiografi, spirometri etc.) per monitorare le malattie croniche, che nei loro studi non hanno.
2) Infermieri
Come detto precedentemente, ne serviranno da 7 a 11, a seconda dei servizi che la Regione vorrà attivare. In ogni caso, i primi due posti da cui questi infermieri verranno presi sono la sede di via Postierla e quella del Borgo, che verranno chiuse. Questo è il secondo punto fondamentale: la chiusura di queste due sedi è stata infatti ribadita più volte da quando si ipotizzò inizialmente la casa della salute. Ci aspettiamo quindi che verrà riconfermata. Da luglio 2026, tutte le persone che oggi si recano in queste sedi per svolgere un esame dovranno andare all’ex ospedale, così come tutte le persone che hanno bisogno di cure per la gestione delle malattie croniche o per bisogni di salute occasionali e non gravi. Da questo potete capire perché insistiamo da anni sul piano (inesistente) della viabilità per questa struttura, ed anche perché la stima di centinaia di auto al giorno non appare così peregrina.
Dai dati che siamo riusciti ad ottenere dalla ASL, sembra che le strutture del Borgo e di via Postierla, più il centro prelievi di Monterubiaglio, abbiano a disposizione sette infermieri, per cui non sarebbero necessarie nuove assunzioni (seppur questo assicurerebbe solo il minimo dei servizi, in particolare supponiamo che venga a mancare l’assistenza infermieristica notturna).
– Risparmio da chiusura sede Borgo e via Postierla (ex Inam)
Vorremmo poi evidenziare un ultimo punto: la ASL ha comunicato che il risparmio derivante dalla chiusura delle sedi del Borgo e di via Postierla verrà reinvestito nei servizi della Casa di Comunità. Vorremmo sapere se si sta già pensando a quali servizi aggiuntivi implementare con questi soldi.
Concludendo, nonostante i molti soldi sprecati in passato per la scelta di posizionare la casa di comunità all’ex ospedale, auspichiamo che ora si riesca a completarla in tempo e senza ulteriori sprechi, in modo che possa erogare presto tutti i servizi previsti diventando così un punto di riferimento per la medicina territoriale.
Come approfondimento, alleghiamo anche la tabella dal DM 77/2022 con tutti i servizi offerti (obbligatori e raccomandati) che non abbiamo discusso in questo comunicato.