L’assessore Piergiorgio Pizzo è un importante membro dell’attuale Giunta Comunale, detenendo deleghe cruciali come quelle di Bilancio e Tributi, Patrimonio, Lavori Pubblici ed Enti e Partecipazioni (oltre a quelle per lo Sport e Informatizzazione e Digitalizzazione). È sicuramente un assessore molto sostenuto dall’attuale maggioranza, vista la sua conferma in Giunta a fronte di un basso risultato elettorale (è stato votato da 21 orvietani). Ma credo che tutto questo lo renda un po’ nervoso e forse spaventato, come dimostrato da due spiacevoli fatti accaduti negli ultimi giorni.
Primo fatto. È giunta la risposta alla mia interrogazione su Tari e aggio ambientale. Per essere precisi, è giunta la non risposta dell’assessore Pizzo. Mentre gli orvietani si trovano ad affrontare, per il secondo anno consecutivo, un aumento del 10% della tariffa rifiuti (del 15% per le aziende), l’assessore Pizzo non intende rispondere alla domanda su come e dove sono stati spesi i 563 mila euro di aggio ambientale dati al Comune e che potevano, ad esempio, essere destinati ad agevolazioni tariffarie. La sua non risposta è che “sono stati spesi nel rispetto della normativa per la dotazione di servizi nelle aree interessate”: non ci è consentito sapere né di quali servizi, né di quali aree. Stessa non risposta su come si intendano spendere i fondi nel 2025 (“saranno previsti investimenti nella stessa direzione”) e non risposta sul contrasto all’evasione Tari (cosa ben diversa dal ritardato pagamento). Questa volta il nostro assessore, non ha dato la solita grande eco alla sua risposta sulla stampa, come invece fatto per la mia precedente interrogazione sulla Chiesa di San Francesco. E ne comprendo le ragioni, visto che si tratta di una non risposta.
Secondo fatto. Discussione del Bilancio 2024 in Consiglio Comunale. A fronte di una mia pacata domanda sull’utilizzo dell’avanzo libero (non vincolato) nel 2024, l’assessore Pizzo esplode e salta il fosso. Prima mi apostrofa come incompetente (facile uscita per chi detiene il potere e non ammette contraddittorio) poi – e qui viene il bello – passa ad esprimere la sua vera frustrazione: il fatto che io abbia osato divulgare la risposta e i documenti allegati alla mia Interrogazione sulla Chiesa di San Francesco. Una vera lesa maestà! Evidentemente, per l’assessore Pizzo, i fatti pubblici devono rimanere privati, ristretti nella sala del potere, custoditi e gestiti dai pochi eletti. Mai trattare la gente da gruppo pensante, mai diffondere informazioni su come la nostra città viene gestita. Divertitevi a guardare il video dell’ultimo Consiglio: è una buona lezione su cosa il potere pensa e come agisce. Questi due fatti, accaduti nella stessa giornata, mi portano a fare le seguenti riflessioni, da nuova arrivata alla politica locale.
Prima riflessione. Il nostro assessore (e forse l’intera maggioranza, visto il sostegno esplicito dato in Consiglio e nelle precedenti riunioni) ha una concezione di democrazia ben diversa dalla mia. Io credo fermamente che la trasparenza e la condivisione di informazioni siano alla base della democrazia e siano lo strumento che permette ai cittadini di valutare le scelte fatte, nonché giudicare chi le fa. Per cui, come ribadito in Consiglio, continuerò ad informare e divulgare tutti gli atti pubblici che non sono coperti da riservatezza.
Seconda riflessione. Perché è così difficile per l’assessore Pizzo condividere e rendere pubbliche le decisioni prese, per esempio sulla Tari? E qui sono giunta a due sole conclusioni. Può essere solo l’arroganza di chi detiene il potere, oppure la paura di chi, forse, non è sicuro delle proprie decisioni. A voi l’ardua sentenza…
Roberta Palazzetti,
capoguppo “Proposta Civica”