Tra cinque anni, il giorno stesso in cui il nuovo inceneritore entrerebbe in funzione in caso di vittoria della Tesei, il terzo calanco della discarica di Orvieto dovrà ospitare 60 mila tonnellate all’anno di ceneri e scorie altamente pericolose. Questo perché sia Le Crete che le altre discariche dell’Umbria saranno già completamente esaurite. Non si tratta di opinioni, ma di matematica.
La relazione generale del Piano Regionale di Gestione integrata dei rifiuti scritto dalla Tesei, a pagina 42, illustra i flussi di rifiuti attesi nella fase transitoria a regime. Un piano regionale totalmente incentrato sull’inceneritore combinato con la scelta dell’ex presidente dell’AURI, il sindaco di Todi Antonino Ruggiano, oggi candidato con Forza Italia, di procrastinare al 1° agosto 2029 l’entrata in funzione dell’impianto, sta causando il collasso del sistema. Almeno 360 mila tonnellate in più che porteranno a zero la capacità residua delle discariche umbre in un lasso di tempo che va tra agosto 2029 e agosto 2032.
È proprio nel Piano che la discarica de Le Crete viene individuata come sito dove chiudere il ciclo nei prossimi decenni affermando come “Da un’analisi storica dei conferimenti nelle discariche strategiche, inoltre, emerge che la discarica Le Crete potrà non avere più volumetrie disponibili ben prima del 2035”.
Ci troviamo di fronte ad una classe dirigente della destra totalmente inadeguata e del tutto impreparata. Non sanno di cosa parlano e non hanno mai letto il Piano rifiuti che hanno loro stessi votato in assemblea legislativa. Nel frattempo la sindaca di Orvieto, Roberta Tardani, ci dovrebbe spiegare dove intende localizzare il nuovo impianto di incenerimento ad Orvieto. A Ciconia oppure a Sferracavallo, tutte aree idonee secondo il piano della Tesei per la realizzazione del nuovo inceneritore?
Luca Simonetti e Angelica Petrelli Movimento 5 Stelle