di Renato Piscini
Si parte con due schieramenti ambedue nel baillame del confronto serrato su programmi e personalismi, sicuramente lontani da una visione per il futuro. Questo lo status quo che certo non favorisce l’elettore nella sua scelta. Da una parte Conte e Calenda a cincischiare sulla presenza di Italia Viva o meno, anzi di Renzi, adducendo inaffidabilità e incoerenza, non capendo l’intuizione del duo Renzi-Schlein. Soprattutto timorosi ambedue del superiore intuito-politico del Renzi nel quadro della politica interna e europea, nonché internazionale.
Basta ascoltarlo nelle sue interviste per intuire la padronanza del soggetto su tutti i temi all’ordine del giorno. La ditta (Pd) ha ancora alcuni che sbattono e sbottano per riproporla, senza speranza, visto l’evolversi del sistema; salvo la Schlein che ha altri programmi. Dopo le Regionali si definirà chi ha ragione e agirà di conseguenza. Nel centro destra è chiaro il diverso operare e l’orientamento valoriale ma li lega il sistema governo a tutti i costi. Quel che è certo, nel suo insieme la classe dirigente attuale è al di sotto della soglia della prima Repubblica con tutto quello che ne consegue. Il Governo Meloni se la cava sulle orme del sistema Draghi contraddicendo tutte le sue intenzionalità e promesse elettorali.
Ma veniamo alle Regionali, in particolare dell’Umbria: ribaltando il sistema nazionale i veti hanno stigmatizzato la narrazione non rendendosi conto che non hanno visto arrivare il manipolo dei renziani, che con tenacia e preparazione, si sono ricavati un ruolo e una collocazione centrale nel campo riformista, tanto che ancora ci cercano, dopo accordi da altri stracciati senza ritegno alcuno. La nostra presenza in ambiti civici praticamente è la linea adottata a livello nazionale e locale con una nostra presenza apicale.
Sono sicuro che gli elettori sapranno distinguere da chi fa politica ad escludendum da chi la fa per convergere. In fondo la politica è semplice nella sua complessità dando legittimità a coerenza e valori. La destra annaspa e cerca il più possibile alleati (vedi Bandecchi) perché sa di aver fallito la prova, certo avvalendosi di quel che ha fatto di buono, che a mio parere può essere individuato solo in un personaggio (Morrone) per la sua dinamicità e saper fare politica, provenendo da lontano. Per il resto non pervenuto.
Da ultimo quel che sta accadendo a livello sanità, presto la Tuscia ci rapirà degenti ed ammalati, visto l’enorme finanziamento in essere per creare presidi sanitari di eccellenza, ci renderà ancor più marginali; cosi come destinatari di possibili finanziamenti in altri settori, come infrastrutture e terziario, se non creeremo condizioni politiche diverse entrando nel sistema regionale. Italia viva ha assunto, dal suo piccolo, questo impegno, chiedendo una riqualificazione politico-geografica dell’Umbria.
Lamentiamo unitamente una poca attenzione alla nostra zona orvietano , visto che siamo l’unica parte della regione che ha collegamenti culturali e infrastrutturali con l’alto Lazio e la Bassa Toscana. È l’ora di darci un ruolo vero su basi finanziarie e politico. Siamo sicuri che gli elettori sapranno scegliere per il meglio, derubricando il solito voto di pancia o di convenienza amicale, fatte le dovute analisi.