Una narrazione puntuale della storia, dei personaggi e delle curiosità degli ultimi 65 anni dell’Umbria filtrati attraverso lo schermo della RAI. Tutto racchiuso in un libro “La RAI in Umbria”, appunto, scritto dall’ex caporedattore Rai, Alvaro Fiorucci, e dal regista televisivo Gino Goti, che sarà presentato a Todi, venerdì 4 ottobre, alle ore 17:00, presso la Sala Vetrata dei Palazzi Comunali.
Un appuntamento che cade proprio nei giorni in cui si celebrano i 65 anni dell’apertura della sede regionale della Rai in via Baglioni a Perugia – era il 3 ottobre 1959 – con cui la Radio Televisione italiana avviò la stagione del decentramento territoriale che, con l’istituzione delle regioni nel 1970 e la conseguente riforma del servizio pubblico radiotelevisivo del 1975, ebbe poi nuovi e decisivi impulsi.
L’incontro di Todi, moderato dall’editore Gianluca Galli, sarà l’occasione per ripercorrere velocemente un film che è poi quello vissuto, attraverso le cronache, dai telespettatori, con la possibilità di andare avanti veloce, di tornare indietro, di stoppare su fotogrammi riferiti più da vicino alla città di Todi, come in una grande moviola su oltre mezzo secolo di fatti, personaggi e curiosità, come recita appunto il sottotitolo del volume di Fiorucci e Goti.
Spazio ad esempio nel libro a “Campanile sera” con Todi che scende in campo a novembre del 1961 e vince questa prima edizione della popolare sfida televisiva.
Gli esperti chiamati a preparare i concorrenti che saranno inviati a Milano, al Teatro della Fiera per la risposta vincente, sono gli stessi che si erano fatti valere a Gubbio. Due avvocati, Antonio Brizioli e Domenico Mammoli, aiutanti in campo del Sindaco Vittorio Antonini. I consulenti per l’arte sono Manlio Bacosi e Romeo Mancini due artisti di valore. A rappresentare tutti, ai pulsanti, andranno Ettore Pantella, Sante Vincenti e Alberto Irace. I portabandiera sono due pugili molto conosciuti, Bruno Arcari e Pietro Vargellini, ingaggiati per l’occasione.
“E una gran festa – si legge nel libro – perché l’inviato a Todi, è – come lo era stato per Gubbio – Enzo Tortora che proprio nella città di Jacopone mentre duetta con Mike Bongiorno compie 33 anni”. Scrive “Il Tempo” il 1° dicembre 1961: «Questa sera hanno avuto positiva conclusione le fatiche di tutti i tuderti i quali hanno valutato esattamente gli aspetti positivi agli effetti della propaganda turistica […]. È stato un vero e proprio atto di “saggia amministrazione” la cui voce di “entrate” supererà nel tempo, dimolto, quella delle “uscite” per l’organizzazione, per l’ospitalità promessa alle sette maestrine di Imperia e per i cento metri di salsiccia (impegni presi per accreditarsi nei confronti della giuria, n.d.r.), destinati alla cittadina ligure”.
L’anno successivo Todi ci riproverà, elimina subito Soresina, poi Chivasso. C’è ancora Enzo Tortora e le regie saranno di Piero Turchetti (“fiato alle trombe Turchetti”, frase con la quale Mike Bongiorno aprirà le serate de “il Rischiatutto”) e di Lino Procacci, folignate d’adozione, funambolica guida degli spettacoli di Raffaella Carrà, Luciano Rispoli, Mike Bongiorno, Corrado Mantoni, Renzo Arbore; insomma dei grandi.
Annota ancora il cronista de “il Tempo” del 17 luglio 1962: «Todi infatti è stata, credo, una delle poche città che abbia preso sul serio la tenzone di “Campanile Sera” non per il gusto della “vittoria”, ma per aver capito la enorme potenza propagandistica della trasmissione […] Todi con “Campanile Sera” è uscita dall’isolamento». Chivasso è un osso duro. Dice il Sindaco: «per farcela abbiamo bisogno del sostegno dell’Umbria intera». Il sostegno ci sarà, ma non sarà sufficiente. Non saranno sufficienti i testi di Franco Bicini e di Artemio Giovagnoni e le performance di Violetta Chiarini, Franco Ciafruglia e Pasquale Lucertini, sceneggiatori e attori che ben conosciamo. Vince Chivasso.