La risposta dell’assessore Piergiorgio Pizzo alla mia interrogazione sulla Chiesa di San Francesco è insufficiente e soprattutto allarmante, in quanto indica totale incuria nella gestione del nostro patrimonio storico e culturale. Ma andiamo ai fatti, così come emergono dalle dichiarazioni dell’assessore e dai documenti allegati.
La chiesa è dichiarata inagibile dalla Protezione Civile nel gennaio 2017 ma, come riportato nella stessa dichiarazione, appare già compromessa da precedenti infiltrazioni, sporcizia e abbandono. In questa stessa dichiarazione si evidenzia la necessità di interventi immediati di puntellamento, di rimozione dei rifiuti e di protezione delle 14 opere d’arte mobili ancora contenute.
Sorvoliamo sulle considerazioni già emerse da parte di alcuni cittadini: dove è l’ordinanza comunale di inagibilità e chiusura e, soprattutto, come si concilia l’inagibilità della chiesa con l’accesso dato ad operai per le feste della Palombella e della Assunta in Cielo? Su questo non c’è alcuna risposta.
Andiamo, invece, al cuore dell’interrogazione e al suo aspetto politico, inteso come capacità e attività di gestione della polis, della città e del suo patrimonio. Domandiamoci, quindi, cosa si è fatto e cosa questa Amministrazione sta facendo per il ripristino e la riapertura della chiesa dopo la dichiarazione di inagibilità del gennaio 2017. La risposta è semplice. Non si è fatto nulla e non si sta facendo nulla!
Come esplicitato dal documento di censimento e stima del danno alla chiesa, risalente al 28 luglio del 2021, a tre anni e mezzo dalla dichiarazione di inagibilità non è stato preparato nessun progetto riguardante il ripristino della chiesa: né un progetto di stima economica che includa le prime indagini, né un progetto di fattibilità tecnica, né alcuna verifica progettuale.
La somma di 2,2 milioni di euro indicata nel documento stesso nasce, quindi, solo da valutazioni statistiche standard e non da un vero rilievo tecnico. Non risulta, quindi, sorprendente la decisione di non inserire la Chiesa di San Francesco nelle opere da finanziare con i fondi per il sisma. Decisione ufficializzata nel dicembre 2022.
Che altro è stato fatto dalla nostra Amministrazione dal gennaio 2017 ad oggi? Direi niente di efficace. Non c’è ora, come non c’era allora nessuna indagine, stima economica o progetto successivo (se ci fosse, sicuramente il nostro assessore lo avrebbe fatto presente). Non vi è stato alcun tentativo di trovare altri canali di finanziamento legati al PNRR e plurimi bandi di recupero delle opere storiche che si sono succeduti in questi anni. Cosa peraltro ostica in assenza di un progetto vero e di stime dettagliate dei costi.
Si sono spostate otto opere mobili dalla chiesa, come dichiarato dall’assessore, ma non si sa cosa sia accaduto alle altre sei (la dichiarazione della Protezione Civile indicava 14 opere mobili). Non si è neppure riusciti a chiudere la chiesa ai piccioni, come dichiarato dallo stesso assessore. Pure i piccioni vincono sulle nostre capacità amministrative! E così, in questo deserto di progetti, idee ed azioni, il nostro assessore cerca di mostrare il suo impegno in un messaggio inviato all’assessore regionale Enrico Melasecche a marzo 2023 (!) e che ovviamente non ha ricevuto risposta. E per una volta comprendo perfettamente il silenzio della Regione nei confronti di chi ti sta chiedendo soldi in assenza di un progetto, giustificando la richiesta per i danni del sisma del 2016 i cui fondi sono stati già assegnati nel dicembre 2022.
Caro assessore Pizzo, troppo poco e troppo tardi! E mentre si celebrano nelle altre città gli 800 anni della Regola Bollata di San Francesco e il Convento di Assisi omaggia i suoi 600 anni io, con animo sconfortato, mi ritroverò il 23 ottobre a visitare, da sola, la Chiesa di San Francesco, la seconda chiesa dedicata al Santo. La mia richiesta di ispezione, inoltrata il 16 settembre, è stata finalmente accolta dopo oltre un mese.
Spero che almeno questo mese e mezzo di tempo abbia contribuito alla pulizia del luogo, il massimo che questa Amministrazione sia riuscita a fare per celebrare il Santo. Sconfortante pensare di non poter fare di più, per ora. Ma almeno ora tutti noi sappiamo, attraverso la storia della Chiesa di San Francesco, perché questa città non riesce a valorizzare il proprio patrimonio, sempre più decadente e abbandonato.
Roberta Palazzetti,
capogruppo di Proposta Civica per Orvieto