Il birrificio agricolo BirrAlfina di Alessandro Achilli segna una nuova tappa nella sua storia, introducendo per la prima volta nella sua produzione il metodo wet hop. La prima birra a beneficiare di questa innovativa tecnica è Anno Zero, Vincitrice birra dell’anno 2020 categoria 25 del concorso dell’associazione UnionBirrai al Beer&Food Attraction di Rimini. Il termine “wet hop” si riferisce a un particolare processo produttivo della birra che prevede l’uso di luppolo fresco, appena raccolto, non essiccato.
“Solitamente – spiegano Alessandro e la moglie Ilenia – il luppolo destinato alla birra viene essiccato per preservarne le proprietà nel tempo, ma nel metodo wet hop il luppolo viene utilizzato immediatamente, entro poche ore dalla raccolta. Questo consente di mantenere intatti gli oli essenziali e le resine presenti nel fiore, conferendo alla birra un profilo aromatico più ricco, fresco e complesso”. “Abbiamo deciso di sperimentare questo nuovo metodo dapprima su Anno Zero perché è una delle nostre prime nate – aggiungono – e se il risultato è quello che ci aspettiamo, non vediamo l’ora di ripeterlo su tutte le altre”.
Il luppolo, coltivato direttamente nei campi del birrificio BirrAlfina nella piana dell’Alfina, precisamente a Canonica di Orvieto, è stato raccolto a mano al culmine della sua maturazione e, senza subire alcun processo di essiccazione, è stato immediatamente inserito nel processo produttivo. Questo permette così di trasferire alla birra tutte le sfumature aromatiche del luppolo appena colto, offrendo quindi al consumatore un’esperienza sensoriale unica.
“Grazie al metodo wet hop, dunque, Anno Zero si distingue per un bouquet aromatico particolarmente vibrante – spiega Alessandro – che combina fresche note erbacee e floreali con accenni di resina e agrumi. Al palato, la birra risulta fresca e ben bilanciata, con un amaro piacevole che non sovrasta ma valorizza il profilo aromatico complesso e delicato del luppolo. Il risultato è una birra dal sapore autentico, che riflette la connessione diretta tra la terra e il bicchiere”..Nel metodo “wet hop” l’utilizzo del luppolo fresco richiede un’organizzazione perfetta: la raccolta e la produzione devono essere coordinate in modo da mantenere intatta la freschezza della materia prima. E, soprattutto, è fondamentale che l’impianto del luppoleto sia adiacente all’impianto di produzione del birrificio.
È una sfida che il team di BirrAlfina ha affrontato con entusiasmo e dedizione, consapevole che il risultato finale avrebbe portato nel bicchiere un prodotto davvero speciale. Optare per una birra wet hop, dunque, significa apprezzare il lavoro artigianale che c’è dietro ogni fase della produzione e scoprire un mondo di sapori più autentico e complesso. È l’inizio di un nuovo percorso per BirrAlfina, che continua a innovare rimanendo fedele alle proprie radici agricole non smettendo mai di valorizzare il legame con la terra e i suoi cicli stagionali.
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