“Sembra che il partito di maggioranza della destra orvietana si sia finalmente risvegliato. Forse, di fronte alla realtà dei numeri e al consenso fragile con cui governano, hanno sentito l’urgenza di difendere una gestione della sanità umbra che, negli ultimi cinque anni, ha mostrato tutte le sue criticità. Ma purtroppo la risposta a queste criticità non è stata un’assunzione di responsabilità, bensì una cortina di bugie ulteriori, che tentano invano di celare la realtà ormai sotto gli occhi di tutti.
Il gruppo dirigente di Fratelli d’Italia si è mostrato assai irritato di fronte al legittimo desiderio di cittadini liberi e responsabili di costituirsi in un Comitato civico ed inclusivo. Li si è immediatamente etichettati come vicini, se non proprio parte integrante, della sinistra organizzata. E quale sarebbe la ‘prova’ di tale affiliazione? La sede in cui si riuniscono. Una sede che, sia chiaro, che appartiene alla Fondazione Pietro Conti e che è spazio aperto e plurale, dove si organizzano momenti di partecipazione civica e sociale di ogni genere.
Non vi è nulla di segreto in questo, se non il fatto che la stessa Amministrazione Comunale non ha saputo o voluto investire nella creazione di spazi dedicati alla partecipazione e alla sussidiarietà. Invitiamo, quindi, Fratelli d’Italia a concentrarsi sul vero elemento preoccupante, peraltro vagamente antidemocratico che emerge, però, quando proprio loro lasciano intendere di conoscere chi, uno per uno, abbia partecipato alle riunioni del Comitato Orvietano per la Salute Pubblica. Eppure, non si fanno nomi.
Dobbiamo chiederci: siamo forse giunti alle liste di proscrizione? È forse un modo per intimidire giornalisti, professionisti, sindaci, consiglieri comunali e spingerli a disinteressarsi della propria comunità? In una città governata da un’Amministrazione che ha a cuore i servizi essenziali pubblici, quale è la sanità, l’attuale maggioranza di governo non dovrebbe risultare tra i primi firmatari di questa petizione? Questo approccio ci rivela l’affiorare di una cultura che non può che destare preoccupazione.
È una cultura che ci riporta indietro, a un passato che speravamo superato. Tuttavia, ci preme ricordare che fino a pochi anni fa, la sanità umbra era considerata tra le più efficienti d’Italia. Oggi, i cittadini si vedono costretti a percorrere chilometri per ottenere cure di base, o addirittura a dover pagare di tasca propria servizi che dovrebbero essere garantiti dal sistema sanitario pubblico.
Questo non è un caso: era un obiettivo chiaramente inserito nel programma di governo della destra e della presidente Tesei, che puntava a privatizzare sempre più il nostro sistema sanitario. E, purtroppo, ci sono riusciti. Ma anche i loro elettori stanno cominciando a vedere la realtà. Quando una sospetta frattura richiede un viaggio prima a Narni per una lastra e poi a Terni per l’ingessatura, le bugie cominciano a cedere di fronte all’evidenza.
La verità è che siamo ormai stanchi di assistere a questo teatrino. Non c’è più tempo per giochetti o distrazioni: è il momento di rispondere ai bisogni reali dei cittadini. E così, proponiamo un Consiglio Comunale aperto, da organizzare fuori dai palazzi, in Piazza della Repubblica, dove portare a relazionare la sindaca e la presidente della Regione su cosa altro hanno in serbo per le nostre comunità e dove permettere a tutti i cittadini di raccontare le proprie esperienze con la sanità.
Una sanità che, così voluta dal governo regionale di centro destra, spesso obbliga all’abbandono delle cure. Questa non può essere l’Umbria, questa non può essere l’Umbria di chi pensa che chiunque lamenti l’assenza e la mancanza di servizi che dovrebbero essere universali è un oppositore politico.
Fratelli d’Italia e la Giunta Comunale dovrebbero ricominciare a parlare con le persone aldilà delle promesse elettorali e imparare che prima viene Orvieto, i suoi abitanti, il loro diritto alla salute e poi le logiche e le dinamiche del proprio partito di riferimento. La politica serve se ascolta e se non trascura, se è utile e se cambia positivamente le condizioni materiali dei nostri cittadini, non se le complica.
Aspettiamo la convocazione di un confronto pubblico (già ignorato quando venne richiesto un Consiglio Comunale aperto sul tema un anno fa) con la città, con le sue associazioni e con i suoi cittadini se davvero questa destra cittadina e regionale è in grado di dimostrare che il problema non è la loro incompetenza ma la faziosità degli altri”.
Partito Democratico Orvieto