Dopo gli annunci strabilianti della nostra sindaca sui dati del turismo ad Orvieto nel 2024, molti orvietani, commercianti e operatori del settore, si sono stupiti: non è certo un clima di crescita quella che gli incassi registrano nelle varie attività economiche. Insomma solita propaganda e solito sarcasmo? Cerchiamo di vederci chiaro.
La spiegazione non è difficile, e purtroppo non è nuova. Quello che genera ricchezza dal turismo e quindi porta valore alla città è l’andamento degli arrivi e delle presenze turistiche in tutto l’orvietano (che poi vengono ad Orvieto) e la composizione di chi viene, con una chiara spesa pro capite maggiore per gli stranieri.
Purtroppo i dati del turismo nell’Orvietano non sono buoni: crescita modesta e ben al di sotto dell’Umbria, mancanza di ripresa piena dopo la pandemia, trend decisamente negativo negli ultimi mesi e una forte riduzione di attrattività per turisti stranieri. Non lo dico io, ma le statistiche ufficiali regionali che coprono i primi sette mesi del 2024, cioè fino a luglio.
Ecco cosa ci dicono i dati:
· il comprensorio orvietano continua a crescere poco, molto meno dell’Umbria. Nei primi sette mesi dell’anno sono arrivati nell’Orvietano 110.500 turisti: sono 1.700 in più dello scorso anno (+1,5%), ma 10.000 in meno del 2019. A questo ritmo ci vorranno altri sei anni per recuperare i livelli pre-Covid. L’Umbria invece ha accresciuto di 85.000 il numero degli arrivi in questi sette mesi (+5,2%), ma soprattutto registra 150.000 turisti in più rispetto alla pre pandemia. Insomma Orvieto spende tanto, ha una posizione invidiabile ma non recupera;
· la situazione peggiora di mese in mese. I dati dei primi sette mesi del 2024 sono ancora positivi perché il primo trimestre è stato eccellente. Ma come avevo già detto e scritto, una buona parte della crescita era dovuta alla cadenza di festività e ponti tra gennaio e marzo. Così a fronte di modeste crescite nei sette mesi gli ultimi sono stati pessimi. In luglio (ultimo mese disponibile) il crollo: arrivi di turisti nell’Orvietano calati del 9% rispetto all’anno precedente, permanenze calate del 10,6%. Speriamo tutti in una ripresa nei prossimi mesi, ma difficile da prevedere;
· se, poi, guardiamo la composizione di chi arriva aggiungiamo l’ultimo tassello del puzzle. I turisti stranieri sono sempre stati un punto di forza per l’Orvietano, rappresentando un 40% del totale, ben al di sopra della media regionale. Ovviamente siamo aiutati dalla nostra posizione, tra Roma e Firenze, a un centinaio di chilometri dallo scalo di Fiumicino. Ebbene, anche su questo fronte siamo rimasti indietro. Nel 2024 abbiamo aumentato gli arrivi di stranieri del +3,3%, ben al di sotto della crescita regionale dell’11,2% e del boom di arrivi in Italia. Ma va sottolineato che questa ripresa è ben poco se comparata al passato. Dal 2019 infatti abbiamo perso uno straniero su quattro. Insomma stranieri nell’Orvietano in calo del 25% mentre l’Umbria cresceva del 7,5%;
· per chiudere in positivo, è vero che registriamo una crescita della permanenza media (2,43 giorni) ma siamo comunque sotto la media dell’Umbria. Il dato è incoraggiante anche se aiutato dalla prevalenza ad Orvieto di strutture extra alberghiere che per costo e natura tendono ad avere soggiorni più lunghi.
Ma i numeri non sono tutto. Ci danno un dato obiettivo e riscontrabile, ma non ci danno le ragioni né le soluzioni ai problemi. Per farlo noi orvietani dobbiamo porci le giuste domande, mettendoci nei panni di chi visita questa città. Che accoglienza diamo ai turisti? È facile raggiungere Orvieto e girarlo a piedi o in auto? Non abbiamo un sistema di segnalazioni valide di parcheggi e di viabilità. Quante volte troviamo turisti spaesati passare per Corso Cavour in macchina o chiedere del Duomo. Per non parlare della difficoltà di girare in zone e in ore dribblando macchine e furgoni.
Che cosa offriamo al turista? Il Duomo, il Pozzo di San Patrizio e della Cava, abbastanza per passare una giornata. E il resto? Molti dei nostri capolavori, anche inseriti nelle guide, sono inaccessibili o non valorizzati. Parliamo della Chiesa di San Francesco o dello stupendo quartiere medievale e di San Giovenale. In che stato è la citta’ intera? Verde trascurato, giro della Rupe con scarsa manutenzione, immondizia da raccogliere sul corso la sera.
Quali eventi unici per attirare la loro presenza e permanenza? Orvieto Sound Festival? E quale promozione vera del nostro intero territorio? Quanti arrivano e si fermano per il Fanum? Quanti per i nostri musei? Insomma se vogliamo davvero che il turismo e il valore economico del turismo continui ad alimentare Orvieto non possiamo vivere di spot. Dobbiamo risolvere uno ad uno i problemi e creare una politica dei fatti che faccia di Orvieto una città da amare. Anche per i turisti.
Roberta Palazzetti,
capogruppo Proposta Civica