“Quando tornava mio padre sentivo le voci, dimenticavo i miei giochi e correvo lì”. Anche per i New Trolls – i versi sono di “Quella carezza della sera” – è la voce del padre quella che resta scolpita negli abissi dell’anima e che, metaforicamente, accompagna i figli all’incontro con il mondo. Proprio la voce del padre è stata al centro della proposta di sostegno alla genitorialità che la Cooperativa Sociale “Il Quadrifoglio”, il SerD e il Servizio di Prossimità, in occasione de “Il Maggio dei Libri”, hanno rivolto ai cittadini detenuti della Casa di Reclusione di Via Roma.
Al centro del progetto la lettura ad alta voce ai propri figli di storie e favole, così da creare e ritrovare momenti di quotidianità, difficilmente riproducibili nella routine dei colloqui con le famiglie all’interno del carcere. Il progetto – “C’era una volta… Papà legge una storia” – che si è svolto tra giugno e agosto ha coinvolto circa 30 persone, tra cui 8 cittadini detenuti e 22 familiari, e ha visto la partecipazione attiva di professioniste del settore.
Marianna Baccini, Michela Ferretti, Elena Valentini ed Elena Borsetti della Cooperativa Sociale “Il Quadrifoglio” di Orvieto hanno ideato e realizzato il programma, con la fattiva collaborazione del capo area educativa dell’istituto, Paolo Maddonni, e dei funzionari educatori Alessia Gallo e Gianluca Minissale. Significativa l’attenzione e la cura messa dalla Polizia Penitenziaria per la riuscita dell’evento conclusivo, con i suoi risvolti delicati per l’ingresso congiunto di numerosi bambini.Sono stati organizzati quattro incontri, tre dei quali – giovedì 20 giugno, giovedì 27 giugno e giovedì 8 agosto – dedicati esclusivamente ai padri. Queste fasi propedeutiche si concentravano sull’acquisizione di competenze di base nella lettura a voce alta, come l’uso del timbro di voce, la postura e la scelta dei testi più adatti. Il momento clou del progetto si è avuto giovedì 29 agosto, quando è stato organizzato un evento speciale all’aperto nell’area verde dell’Istituto di Orvieto, al quale hanno partecipato le famiglie, con mogli (ma anche una nonna) e figli di età compresa tra i 3 e i 16 anni. Dopo un primo momento, straripante di affetti e di abbracci, i papà hanno letto le storie preparate in precedenza, dimostrando di aver appreso i fondamentali di questa pratica di lettura e un grande coinvolgimento emotivo. A seguire, i partecipanti hanno condiviso una merenda, organizzata dagli stessi cittadini detenuti, durante la quale alcuni bambini hanno sorpreso i genitori leggendo a loro volta una storia.
Nel corso dell’incontro, è stato anche proposto un laboratorio espressivo che ha coinvolto ogni nucleo familiare, offrendo l’opportunità di trascorrere del tempo insieme in modo ludico e creativo. Il pomeriggio si è concluso con una lettura di gruppo e i saluti finali. A grande richiesta dei detenuti, la fotografa Emanuela Cannone è stata invitata a documentare la giornata, consentendo così alle famiglie portare con sé questo bellissimo momento. Il progetto ha rappresentato un’occasione preziosa per rafforzare il legame tra i detenuti e i loro figli, fornendo uno spazio confortevole in cui la lettura ha fatto da mediatore affettivo tra le diverse esperienze familiari.