Dopo un lungo contenzioso, la Prima Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale, con la sentenza n. 638 del 5 settembre 2024, dà ragione ai proprietari e residenti del Botto e all’associazione “Amici della Terra” che avevano impugnato il provvedimento regionale di autorizzazione dell’ampliamento della cava La Spicca. Tutto da rifare, dunque, per la Regione e per la società Basalto La Spicca Spa che gestisce la cava e l’attività di lavorazione del materiale estratto.
Ad inficiare il procedimento amministrativo è l’illegittimità della valutazione di impatto ambientale, che ha indebitamente escluso dall’ambito della propria analisi l’impianto di lavorazione, viceversa parte integrante, secondo i giudici perugini, del ciclo produttivo da autorizzare.
“La questione non è di poco conto, attesi i gravosi effetti ambientali dell’attività di lavorazione che da anni i residenti lamentano, soprattutto sotto il profilo acustico e delle polveri, in un’area di alto pregio naturalistico – rimarcano gli Amici della Terra – Al netto delle possibili iniziative giudiziarie delle parti soccombenti, è ragionevole prevedere che la Regione debba rivalutare l’impatto dell’iniziativa potendo prescrivere alla società, quale condizione per l’adozione di una nuova autorizzazione, le specifiche misure di mitigazione che da tempo gli abitanti del Botto invocano”.