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Home Todi

Esposto il modello del tempio della Consolazione realizzato da Stefano Benazzo in occasione dell’edizione 2024 della festa della Consolazione

Redazione by Redazione
3 Settembre 2024
in Todi, Territorio, Archivio notizie
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Il Tempio di Santa Maria della Consolazione torna ad ospitare il modello della omonina Chiesa dopo l’esposizione del modellista architettonico e navale Stefano Benazzo, del 2020, (in cui furono ospitati modelli di chiese, sinagoghe e moschee come da tradizione dei “legnaioli” cioè quegli artigiani che realizzavano i modelli in scala degli edifici per i costruttori). L’esposizione è ad ingresso libero e rimarrà fino al 5 ottobre 2024 salvo proroga.

Stefano Benazzo vive a  Todi dopo aver lasciato alla fine del 2012 la carriera diplomatica con il titolo di Ambasciatore d’Italia. Artista poliedrico, quale modellista architettonico Benazzo costruisce dal 1995  modelli di chiese, moschee, sinagoghe, e di edifici significativi. Fotografo da cinquant’anni, si dedica da tempo ad una ricerca sui relitti di navi e imbarcazioni spiaggiate sulle coste di tutto il mondo: ha fotografato relitti nelle Americhe, ai Caraibi, in Africa e in Europa (e continua  a fotografarli), rispettando così il Dovere di Memoria verso i naviganti di tutti i paesi e tutte le epoche. Le sue sculture sono state  esposte in numerose mostre personali e collettive e sono custodite in collezioni private. Quale modellista navale ha esposto in  Italia e all’estero.

Negli ultimi anni, ha svolto mostre personali in Italia e all’estero, ed ha partecipato a numerose mostre collettive.  Ha pubblicato vari cataloghi e libri. Suoi portfolio di fotografie di  relitti sono stati pubblicati su prestigiose riviste d’arte navale. Ha  fornito sue immagini per le copertine di diversi libri. Le opere di Stefano Benazzo saranno visibili tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30; le visite sono sospese in occasione delle celebrazioni liturgiche. (Il Presidente, Dr. Leonardo Mallozzi)

SANTA MARIA DELLA CONSOLAZIONE – Santuario mariano la cui origine è legata ad un affresco del XIV secolo raffigurante la Vergine col Bambino e Santa Caterina di Alessandria, cui sono legati miracoli di ogni genere. La tradizione vuole che un muratore cieco ad un occhio, mentre demoliva un muro pericolante, scoprisse l’edicola nella quale era dipinta l’immagine. Asciugandosi con un fazzoletto con il quale aveva tolto la polvere dall’immagine, riacquistò miracolosamente la vista. Per proteggere l’edicola, fu deciso di erigere una piccola cappella. Il 13 giugno 1508 il Vescovo di Todi, Basilio Moscardi, intitolò l’immagine Santa Maria della Consolazione.  Il 3 luglio 1508 nacque una compagnia di laici, nobili cittadini con il compito di amministrare i fondi provenienti dalle offerte e di far costruire il nuovo tempio. L’edificio non fu pertanto eretto da un ordine religioso né dalla gerarchia ecclesiastica, ma da tutti i cittadini di Todi.

Nel 1574 il vescovo Pietro Camaiani osservò che l’insigne edificio detto la Madonna della Consolazione sarà degno di lode se sarà compiuto secondo il modello, che si vede disegnato dall’architetto chiamato Bramante, realizzato a somiglianza della tribuna e la nuova fabbrica del principe degli Apostoli a Roma. Su questa testimonianza, oltre che su considerazioni stilistiche, ci si basò per attribuire la paternità del progetto della Consolazione a Donato Bramante. La ricerca di Bramante e le sue opere coincidono pienamente con la concezione prospettica rinascimentale della Consolazione, ed in particolare con la ricerca formale dell’intersecazione di cerchio e quadrato in un organismo quadriconco. La pianta centrale riflette infatti – anziché la spiritualità medievale – la concezione antropocentrica dell’universo, a dimostrazione della corrispondenza matematica tra macrocosmo divino e microcosmo terreno. Un’altra particolarità  accomuna molte chiese a pianta centrale del Rinascimento: si tratta di santuari nati a seguito di eventi miracolosi collegati alla presenza di immagini ritraenti la Madonna.

Santa Maria della Consolazione, anche nella cultura collettiva, incarna la perfezione assoluta degli obiettivi del pensiero rinascimentale, con le quattro parti del mondo centralizzate da una cupola: ma in realtà la storia del Tempio si completa attraverso una serie di gemmazione successive. Si parte infatti dall’abside principale, quella circolare corrispondente all’altare, alla quale vengono aggiunte lateralmente, a 90°, altre due absidi collegate alla prima attraverso due piccoli corpi quadrati che contengono le scale; il successivo ampiamento corrisponde a quella che è la facciata principale, la quarta abside collegata alle due adiacenti attraverso piloni molto particolari che non sono altro che l’angolo di un esagono, cioè un angolo di 120°. Benchè non esistano documenti che attestino la presenza di Bramante, compaiono negli archivi moltissimi nomi: una perfezione davvero neoplatonica che pian piano si è realizzata attraverso gli sforzi di tanti artisti.

Gli scavi iniziarono nel 1508, il lavoro di muratura nel 1509. Cola da Caprarola ne realizzò i piani e curò l’inizio della costruzione fino al 1512. Numerosi architetti e imprenditori ne diressero la costruzione, conclusa nel 1607. Il tempio, in pietra calcarea, è a croce greca; quattro grandi piloni disposti in quadrato sorreggono la cupola; all’esterno di ogni lato del quadrato è presente un’abside pentagonale, ad eccezione di quella sul lato nord, che è semicircolare. Sopra alla costruzione quadrata si trova una terrazza balaustrata, dalla quale si elevano il tamburo e la cupola, sormontata da una lanterna circondata da otto pilastrini. Agli angoli esterni dei quattro piloni poggiano altrettante aquile ad ali spiegate, simbolo della città, scolpite da Antonio Rosignolo nel 1601-1604.

All’interno, la scansione degli ordini architettonici si articola in un possente ordine gigante che sottolinea, con la ribattitura, gli angoli del cubo spaziale di base che continua negli arconi principali, e che inquadra due ordini secondari sovrapposti di paraste ioniche. Di questi l’inferiore, molto tozzo, inquadra le dodici nicchie contenenti le statue degli Apostoli, e presenta una trabeazione che va a collidere, con i piloni dell’ordine gigante.

Per concludere, va ricordato che recentemente, in occasione del V Centenario dalla morte di Leonardo, è stata avanzata l’ipotesi che un primo disegno del progetto della Consolazione fosse di suo pugno. Infatti nei suoi taccuini di disegni si impegnò a studiare tutte le possibili combinazioni di nuclei spaziali per la definizione di piante centrali. Ma anche se diverse sue piante possono sembrare molto simili a quella della Consolazione, in realtà c’è un elemento che contraddistingue tutti i disegni di Leonardo: per sostenere una cupola usa sempre dei piloni isolati negli angoli del cubo spaziale di base.  (Architetto Raffaele Davanzo)

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