“Uno spettro s’aggira per il Monte Peglia”. Irrita e indispettisce qualcuno, incuriosisce e affascina i più. È libertario e impegnato, naif e riflessivo. Provoca e conforta, recupera e innova. S’acquatta tra ecologia e scienze sociali, movimenta i confini tra utopia e concretezza. È l’eredità materiale e culturale delle “occupazioni”, che sul Monte Peglia, da quasi cinquant’anni, dà corpo ad un’alternativa esistenziale ed economica ai modelli globali del capitalismo.
Quello “spettro” è in parte documentato in Peglia, le storie non (ri)conosciute. Attraverso gli scatti d’autore di Giacomo Ficola, le note storiche di Sergio Cabras e i bricolage collettivi di alcune foto tirate fuori dai cassetti dei protagonisti, la piccola mostra su alcune storie, recenti, del Monte Peglia, vuole esemplificare la “Comunità di destino” che c’è tra popolazioni umane, animali e ambiente naturale. Le poche immagini e le telegrafiche note esemplificano la storicità, dunque la dipendenza da scelte politiche, di fenomeni sociali (la de-ruralizzazione e la marginalizzazione socio-economica) e ambientali (dissesto, inquinamento, rinselvaticamento). E testimoniano di quanto sia difficile e duro il percorso per realizzare, contemporaneamente, giustizia sociale e diritti ambientali.
Epperò, l’esperienza pluridecennale dei “capelloni” del Monte Peglia mostra che coltivare un’alternativa fondata sul rispetto di ecologia e beni comuni è possibile; che le forme di rifiuto e resistenza, inizialmente minoritarie possono poi diventare patrimonio culturale diffuso; che si può superare la riduttiva visione del mondo tra vincitori e vinti, padroni e servi. Che si deve però continuamente vigilare sulle dinamiche tra locale e globale e tra egemone e subalterno.
La mostra, pensata per camminare e per sostare nei luoghi e nelle situazioni in cui s’incrociano umanità e confronti, comincia il suo percorso:
Lunedi 12 Agosto alle 17,30 la mostra sarà inaugurata al WAO Festival nella zona dell’anfiteatro e lì rimarrà per tutta la durata del Festival;
Il 21 Agosto sarà inaugurata presso il Comune di San Venanzo dove rimarrà esposta.
E ci saranno molte altre esposizioni e iniziative a corredo perché Monte Peglia, le storie non (ri)conosciute è una tessera del mosaico di rigenerazione “ecoantropologica” e politica del territorio che stiamo perseguendo.