di Mirabilia Orvieto
“Otto Chiese della diocesi dell’Umbria hanno già ricevuto da altre diocesi, anche estere, i primi contatti per organizzare al meglio l’accoglienza sia materiale che spirituale di pellegrini in viaggio per Roma durante il Giubileo”. Così si è espressa la stampa cattolica a proposito dell’importante evento nel 2025. Anche la Rete Museale ecclesiastica umbra è impegnata a programmare una serie di iniziative di carattere culturale per rendere ancora più fruibile il suo vasto patrimonio storico-artistico legato al tema “Pellegrini di Speranza”.
Da sempre l’arte è stata veicolo di speranza, di civiltà, di crescita umana della nostra società che oggi rischia di perdere il senso della bellezza, molto spesso ridotta a souvenir. Per questo nasce lo sforzo e l’entusiasmo di “trovare le forme più adeguate per dare spessore all’esperienza giubilare”.
È qui che potrebbero entrare in gioco nuove proposte di valorizzazione dei beni ecclesiastici per creare percorsi immersivi e coinvolgenti con cui far comprendere al pubblico la ricchezza estetica e di significato delle cattedrali. Quale racconto migliore di una cattedrale per accogliere tutti quei pellegrini che, passando per Orvieto, cercano delle risposte per la loro vita?
Capolavori che sono giunti fino ad oggi per essere ancora attuali, per parlare la lingua degli uomini di ogni tempo, ma che hanno bisogno di essere riscoperti e reinterpreti alla luce delle nostre categorie di pensiero e di linguaggio. Questo è il compito che attende una Città come la nostra, una Cattedrale come la nostra, dove l’arte deve tornare ad insegnare, a stupire, a parlare alle persone che si mettono in viaggio. Da esse emerge un inedito desiderio di autenticità, un rinnovato bisogno di uscire dal quotidiano, molte volte causa di disagio e di malessere, per entrare in contatto con luoghi e realtà diverse che parlano di un senso forte, di una identità sicura.
Ecco allora il valore delle cattedrali che sono lì per accogliere turisti e pellegrini e dare loro un messaggio che, oltrepassando la ‘bella visione’, rimanga impresso nelle coscienze. Giubileo è cultura, annuncia la Chiesa, e lo è veramente se si riuscirà a cogliere e attuare tutto ciò senza lasciarsi abbagliare da interessi esclusivamente commerciali. Essere pellegrini è un viaggio per progredire, un modo per conoscere luoghi, persone, culture diverse e, nella migliore delle ipotesi, conoscere un pò meglio anche se stessi allargando i propri orizzonti.
Chi dunque viene ad ammirare il duomo può ritornare indietro nel tempo ed immergersi letteralmente in secoli di storia, dal Basso Medioevo al Rinascimento, un tempo davvero eccezionale che ha plasmato profondamente la civiltà e la spiritualità dell’Occidente.
All’ombra della reliquia del miracolo di Bolsena, leggende, prodigi eucaristici e sommi insegnamenti, preparano la grandiosa visione dell’Apocalisse annunciata dall’Umanesimo cristiano della cappella Nova, esattamente opposta a quella del Corporale. Qui un prode cavaliere sembra guidare lo spettatore all’incontro tutto rinascimentale tra microcosmo e macrocosmo, vita terrena e vita celeste, umano e divino. È il lungo cammino di salvezza del genere umano che a partire dall’incrollabile fede nell’eucarestia approda alla grazia da cui s’infondono nell’animo sentimenti di pietas, equilibrio, armonia e coraggio. Il visitatore ha subito la consapevolezza di essere di fronte ad un simbolo, quello appunto del viaggio esistenziale, che l’uomo è invitato a intraprende ogni giorno alla ricerca di se stesso e del senso della vita. La valorizzazione non sta perciò nel mettere al primo posto l’incremento dei visitatori, ma nella qualità della fruizione dei beni culturali che non dovrebbero essere lasciati ad una visita sommaria e silenziosa. Al centro -ribadiscono la CEI e gli statuti delle Fabbricerie- ci deve essere la conoscenza continua del Patrimonio e la sua divulgazione, quando oggi per conoscenza non si può più intendere solamente la storia dell’arte ma la lettura teologica, filosofica e simbolica di quelle straordinarie opere.
A ricordarlo è anche l’articolo 9 della Costituzione quando afferma che “la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica…e il patrimonio storico e artistico della Nazione” e tutto questo si realizza grazie al talento, all’ingegno e alla sensibilità umana: solo da una buona fruizione può nascere una buona promozione, efficace e duratura, capace cioè di restituire alla città una rinnovata immagine di sé dove non conta tanto ciò che si vede, ma ciò che consente agli altri di vedere.