«Attendiamo l’arrivo di Pelliccia e poi iniziamo il consiglio comunale» era la frase che più di una volta ho sentito e che dà, a mio avviso, la misura della lungimiranza, dell’intuizione e dell’attaccamento al territorio di un uomo.
Prima la radio, poi la televisione, con un occhio sempre vicino alla gente e l’inseparabile camicia a maniche corte. E l’ingresso delle telecamere nei consigli comunali, tanto da modificarne perfino il paradigma.
Ma anche il Pelliccia privato, con patrimonio di aneddoti di varia umanità, anzi, di OGNI umanità. Perché per lui tutti erano degni di stare sia “a vejia” che davanti alla sua telecamera, da Pio Ilice con le sue previsioni del tempo alle star di Hollywood incontrate in varie occasioni, come per la cerimonia per l’acquisto della Metro-Goldwyn-Mayer da parte di Giancarlo Parretti, quando, nella sala consigliare che era il suo secondo ufficio, si fece registrare per la testata «TeleLecco».
Sornione ma mai distratto, ironico all’inverosimile, antidivo per eccellenza col suo pandino multitasking, mancherà. Mancherà davvero, perché era (è) entrato nei modi di dire di Orvieto e di un vastissimo territorio, come Ferrarelle è il nome di ogni acqua effervescente naturale o Scottex quello di qualsivoglia carta da cucina, noi continueremo a chiedere se le emittenti locali si sono interessate ad un evento semplicemente chiedendo «Pelliccia c’è?».
Ma ora Gigi Pelliccia non c’è più, avrà il suo bel da fare a intervistare gli angeli, e poi anche il Padreterno, naturalmente in maniche di camicia, nei secoli dei secoli. E magari chiedere il permesso a San Pietro di andare a fare due riprese perfino all’inferno, giusto per non tralasciare gli ultimi…
Un abbraccio infinito a tutta la famiglia e a tutti coloro che stanno soffrendo per questa perdita, che è di tutti noi.